Mosca protegge il settore petrolifero
dalle sanzioni occidentali

11/09/2014

L’8 settembre l’Unione Europea ha approvato nuove sanzioni contro la Russia, ma il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha affermato che l’Europa valuterà il rispetto del cessate il fuoco dichiarato il 5 settembre, prima di applicarle.

Anche se i dettagli non sono noti, probabilmente Bruxelles intende imporre restrizioni finanziarie alla Transneft, a Gazprom Neft e a Rosneft. Le sanzioni limiterebbero la possibilità di queste compagnie di finanziarsi emettendo obbligazioni sui mercati europei. Finora le sanzioni europee contro la Russia sono state piuttosto innocue, ma il Cremlino è già dovuto intervenire per salvare con 6,6 miliardi di dollari la VTB e la Banca dell’Agricoltura, entrambe colpite dalle precedenti sanzioni occidentali. 

La Rosneft non è un’azienda qualunque: il settore energetico costituisce la metà delle entrate del governo; di questa metà, l’80% proviene dal settore petrolifero e la Rosneft è la principale compagnia petrolifera russa. La Rosneft ha attualmente debiti per 40 miliardi di dollari, di cui 26,2 con scadenza entro il 2015. Come mostra la tabella a fianco, gran parte di questo debito è detenuto da aziende statunitensi, giapponesi ed europee.

Ad agosto la Rosneft ha chiesto al governo russo 42 miliardi di dollari per coprire tutti i debiti. Il Ministro dell’Economia ha promesso un contributo, ma soltanto parziale. Rosneft spera di ricevere 63 miliardi di dollari di anticipo sul pagamento di forniture di petrolio fino al 2018, nell’ambito di un accordo con la China National Petroleum Corporation, ma i dettagli non sono né chiari né certi. In cambio del pagamento anticipato la Rosneft ha offerto alla China National Petroleum Corporation la possibilità di sfruttamento del giacimento petrolifero di Vankor, e il diritto ad entrare nella stessa Rosneft con una partecipazione del 19,7%. Ma in passato la Cina ha già rifiutato offerte simili, potrebbe rifiutare anche questa volta.

Conscio della delicatezza della situazione, il Primo Ministro Dimitri Medvedev ha recentemente affermato che il governo potrebbe aiutare Rosneft usando i 40,6 miliardi di dollari del Fondo Nazionale. Sarebbe una delle maggiori operazioni di salvataggio della storia. Il Cremlino non può permettere che una delle sue proprietà più preziose sia vulnerabile alle sanzioni, perciò rafforzerà preventivamente la Rosneft. 

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