L’Ucraina si prepara
alla battaglia del gas

16/08/2014

Il parlamento ucraino ha approvato una proposta di legge per vendere o concedere in leasing fino al 49% delle infrastrutture energetiche a investitori stranieri. L’obiettivo è attirare aziende europee e americane nel paese, per gestire la rete di transito e distribuzione del gas e dell’energia, nella speranza che questo renda più difficile alla Russia, e più costoso sul piano dei rapporti internazionali, tagliare i rifornimenti di gas all’Ucraina.  Attraverso l’Ucraina transita larga parte del gas russo all’Europa Occidentale, oltre al gas usato in Ucraina. I gasdotti e le altre infrastrutture sono statali.

Un’altra mossa di preparazione alla battaglia d’inverno sul gas è stato il decreto con cui il governo ucraino si riserva il diritto di autorizzare o non autorizzare il transito delle singole partite di gas e di altri prodotti energetici attraverso il proprio territorio.  Lo scopo è convincere i paesi europei a fare i contratti per l’acquisto di gas russo chiedendone la consegna alla frontiera russa con l’Ucraina. Di lì il transito verrebbe concordato con l’Ucraina e pagato all’Ucraina. Questo permetterebbe all’Ucraina sia di ricevere direttamente il pagamento del transito dagli acquirenti, sia di chiedere a questi acquirenti di rivendere all’Ucraina una parte del gas. Ora è la Russia a pagare all’Ucraina il transito del gas, ed è la Russia a fornire il gas anche all’Ucraina. Questo dà alla Russia una doppia arma: può bloccare le forniture, ma può anche bloccare il pagamento del transito del gas all’Europa occidentale, mentre i clienti in Europa occidentale si lavano le mani del problema, perché non li riguarda direttamente. Se gli Europei discuteranno direttamente con i Russi nuove condizioni per i contratti − chiedendo la consegna del gas alla frontiera russa, dove iniziano le condutture dell’azienda ucraina di trasporto e distribuzione di cui, in base alla nuova legge, potrebbero presto diventare comproprietari − i Russi perderebbero gran parte degli attuali strumenti di ricatto sull’Ucraina. Ovviamente modificare i contratti esistenti con la Russia non sarebbe né facile né rapido, e non è detto che gli Europei trovino l’accordo e la determinazione per farlo. Il Commissario europeo per l’energia Gunther Oettinger ha già dichiarato che l’Ucraina non può costringere l’Unione Europea a questa mossa.

Da anni Ucraina e Russia non trovano un accordo sul prezzo delle forniture di gas, e a giugno la Russia ha sospeso le forniture. L’Ucraina ha ancora da 15 a 16 miliardi di metri cubi in riserva, ma non bastano per l’inverno. Si stanno modificando gli impianti di transito del gas attraverso la Slovacchia per farlo fluire in senso inverso, cioè dall’occidente verso l’Ucraina, ma le quantità che potranno essere pompate attraverso questo gasdotto saranno modeste e non basteranno a coprire la necessità per l’inverno. La Germania sta premendo sull’Ucraina perché raggiunga un accordo con i Russi per l’immediato. Germania ed Europa si trovano ad affrontare un problema che richiede coesione e determinazione nel perseguire la politica di sostegno all’Ucraina e di contenimento della Russia. È un altro banco di prova per l’Unione Europea. 

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