L’instabilità della Libia
preoccupa i vicini

29/05/2014

La comunità internazionale comincia a essere seriamente preoccupata per quanto recentemente accaduto in Libia, dove l’ex generale Khalifa Haftar sta cercando di espellere dal paese i fondamentalisti islamici. La situazione preoccupa in primo luogo Algeria ed Egitto, che potrebbero fornire il loro sostegno al generale per cercare di stabilizzare il paese. Tuttavia, fino a quando non sono sicuri che Haftar possa vincere davvero, non possono sostenerlo troppo apertamente.

Haftar sta colpendo svariati gruppi islamisti, compresi movimenti politici come i Fratelli Musulmani e i loro alleati nel parlamento. L’esercito libico è emerso dal caos della rivoluzione libica del 2011 come un corpo debole e diviso, incapace di sfidare l’autorità politica del Congresso Generale Nazionale e delle milizie che lo sostengono. Anche se la retorica anti-islamista di Haftar si è conquistata una certa popolarità, i risultati sono deludenti e il generale non ha fatto che acuire le divisioni già esistenti nel paese. Il governo nazionale, sebbene assediato, sta ancora cercando di fare il suo lavoro, e parti ben trincerate dell’esercito nazionale, i leader delle milizie regionali e i gruppi locali − come Ansar al Sharia, che è legata ad al Qaeda − hanno giurato che sconfiggeranno Haftar e i suoi alleati. Al momento nessuno dei due fronti gode di un grande vantaggio: l’esito dello scontro è incerto e la Libia rischia che questa situazione di stallo si protragga a lungo.

Per ridurre il rischio rappresentato dall’instabilità libica ai suoi confini, l’Algeria si è mossa in diverse direzioni. Ha stretto legami più forti con la Tunisia e ha lavorato con i gruppi tribali fuori e dentro i suoi confini per cercare di impedire il flusso di miliziani armati in arrivo da est. Anche l’esercito egiziano ha mantenuto contatti con le popolazioni tribali che vivono sul confine tra Libia ed Egitto per gestire meglio il flusso di persone e armi tra i due paesi. Alcuni di questi gruppi hanno sostenuto Haftar, ma non tutti.

Se Algeri e Il Cairo si affrettano ad aiutare Haftar, ma la sua campagna va in fumo, rischiano di danneggiare i rapporti con alcune potenti milizie. Sia l’Algeria che l’Egitto vogliono una Libia stabile e probabilmente entrambi sono disposti a sostenere chiunque possa garantire stabilità. Vogliono evitare di ritrovarsi a dover gestire una Libia in disfacimento, che rischierebbe di trascinarli con sé nell’instabilità.







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