Al Qaeda si sfalda,
si dividono i jihadisti?

28/06/2013

Il 15 giugno scorso Abu Bakr al-Baghdadi, leader del gruppo iracheno affiliato al al Qaeda che si autoproclama ‘Stato Islamico dell’Iraq e del Levante’, si è pubblicamente ribellato ad al-Zawahiri, capo di Al Qaeda dopo la morte di Osama bin Laden, affermando in un discorso radiofonico di dover seguire il volere di Dio, non quello di al-Zawahiri.  

L’8 aprile scorso al-Baghdadi annunciò di aver inglobato il gruppo jihadista siriano di Jabat al Nusra, anch’esso vicino ad al-Qaeda, quindi spostò la propria sede operativa nel governatorato di Aleppo. Due giorni più tardi il capo di Jabhat al Nusra in Siria, Abu Mohammad al-Golani, ringraziò al-Baghdadi per l’aiuto sempre dato alla lotta contro il regime siriano, ma affermò di non aver mai parlato di fusione con il gruppo iracheno, di considerare come proprio capo spirituale e politico al- Zawahiri, e di rimanere indipendente dallo Stato Islamico dell’Iraq. Molti combattenti di al Nousra lasciarono allora il gruppo di al-Golani per arruolarsi sotto il colmando di al-Baghdadi, segno che al Baghdadi aveva preparato bene la sua mossa, tesa a esautorare i dirigenti siriani ed assumere i comando della ribellione.    

Intervenne al-Zawahiri, che vive ben nascosto non si sa dove, per timore di essere scovato e colpito da droni, perciò ha molte difficoltà a guidare davvero le organizzazioni affiliate ad al Qaeda in varie parti del mondo. Al Zawahiri riuscì a diffondere una lettera in cui confermò che non c’erano stati incontri né trattative per la fusione fra i due gruppi, che i jihadisti iracheni e siriani dovevano mantenere l’indipendenza all’interno del proprio territorio, pur aiutandosi a vicenda e combattendo insieme. A questo punto è arrivata la pubblica ribellione di al-Baghdadi. È probabile che questo segni la definitiva perdita di influenza di al-Zawahiri sulle organizzazioni jihadiste nel mondo, che hanno una forte leadership locale. Anche il gruppo sunnita siriano di al Nousra guidato da al-Golani risulta fortemente indebolito per la fuoriuscita di tanti combattenti ora schierati con al-Baghdadi.  

Non è chiaro come questa nuova situazione impatterà sui combattimenti in Siria e sugli equilibri inter-etnici in Iraq. Il gruppo sunnita di al-Baghdadi non è alleato del governo iracheno, è ostile agli sciiti appoggiati dall’Iran. 

 

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