L'Iran, l'Arabia Saudita
e gli interessi occidentali

11/07/2011

Con il ritiro degli  Usa dall’Iraq, l’Iran diventerà la maggiore forza militare fra i paesi del Golfo, e il conflitto di interessi con l’Arabia Saudita si acuirà. Gli Stati Uniti e gli Europei considerano l’Arabia Saudita il loro maggiore alleato nelle regione, su cui poter contare per la fornitura costante di petrolio. Qualsiasi rafforzamento del potere iraniano è contrario agli interessi dell’Occidente. Ma che fare? Che strategie sono pronte a mettere in atto gli USA e l’Europa?  Per ora pare che stiamo ad aspettare che l’Iran cambi.  È dal 1979 che l’Occidente si aspetta che il regime iraniano cada dall’interno, per ribellione popolare. Ora ci sono anche tensioni al vertice. Ma realisticamente senza una grande spinta  dall’esterno (guerra) è improbabile che in Iran il regime cada nei prossimi anni. Dopo il ritiro dall’Iraq che politica perseguirà l’Iran?  Non soltanto l’attuale regime, ma anche i re precedenti hanno sempre perseguito l’estensione dell’egemonia iraniana sulla regione  dell’antico imperio persiano. I Sauditi riusciranno a contenere le ambizioni iraniane?  

In questa situazione non ci sarebbe da sorprendersi se nell’arco di relativamente poco tempo gli USA (e gli Europei di conseguenza) operassero una specie di inversione delle alleanze,  pur  di avere la garanzia che la regione continui a produrre e vendere regolarmente il petrolio all’Occidente. I Sauditi non sono  particolarmente congeniali  alla coltura occidentale: non ci sarebbero grandi pressioni interne in loro favore. Il regime iraniano è ancora meno congeniale, ma se si ponesse come forza equilibratrice della regione e garantisse i rifornimenti, chi  rimarrebbe a fianco dei Sauditi? I Sauditi si troverebbero nella situazione  del Taiwanesi degli anni ‘80,  che dovettero adattarsi a convivere  al meglio con la Cina, senza più aspettarsi di poter essere difesi dall’Occidente.

Nei prossimi due anni la situazione si chiarirà. Non ci rimane che sperare – anche noi – che abbiano ragione coloro che credono nella imminente caduta del regime.

A cura di Laura Camis de Fonseca

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