La nuova lotta dei no-global europei sarà il 'fracking'?

17/05/2011

L’11 maggio 2011 il parlamento francese ha legiferato contro la fratturazione idraulica, una tecnica di estrazione dei gas di scisti sinteticamente nota come ‘fracking’. Ora la palla passa al senato. Il rifiuto del ‘fracking’ ha ormai assunto connotazione politica e il partito del presidente Sarkozy ne ha fatto un cavallo di battaglia.

Il divieto di per sé non avrà ripercussioni sul mercato energetico in Francia, che produce il 74% dell’energia elettrica con il nucleare e ha sempre fatto in modo di limitare l’utilizzo del gas. Ma sono molti i paesi europei che invece vedono nel fracking una valida alternativa al gas russo, come ad esempio la Polonia. Chiaramente non è una panacea assoluta per i problemi energetici del vecchio continente, ma dopo l’incidente di Fukushima e la violenta reazione anti-nucleare potrebbe servire a risolvere i problemi energetici di alcuni paesi in tempi brevi e ridurre almeno in parte la dipendenza dal gas russo e nordafricano.

Le aziende energetiche americane da tempo tentano di penetrare il mercato del fracking in Europa, grazie all’avanzato sviluppo della loro tecnologia di estrazione. In Polonia, dove gli effetti negativi della dipendenza dal gas russo sono più evidenti, sono già state completate le esplorazioni di numerosi pozzi potenzialmente utilizzabili.

Ma gli ambientalisti francesi hanno alzato i toni e si sono opposti all’importazione di tecnologie statunitensi dagli USA in Europa – ricalcando la stessa tipologia di lotta degli anni ’90 contro gli OGM. Non a caso i campioni della lotta contro il fracking sono gli stessi di allora – basti ricordare Jose Bove, attivo oppositore degli OGM in passato e del fracking ora. Gli ambientalisti sostengono che i prodotti chimici utilizzati nel processo di estrazione possono depositarsi nella falde acquifere e contaminare i pozzi. Infatti in Pennsylvania si è verificato un avvenimento simile, ma causato da un errore umano; in condizioni di sicurezza le possibilità che questo tipo di incidenti si ripeta sono decisamente limitate.

È una battaglia che può essere facilmente strumentalizzata anche dal governo: infatti non vi sono aziende energetiche francesi che si occupino di fracking, e la Francia non ha bisogno di aumentare le produzione di gas perché può contare sul nucleare.

Gli ambientalisti francesi, da sempre un punto di riferimento per gli ambientalisti europei, cercheranno di utilizzare i legami con gli ambientalisti d’Europa per promuovere campagne anti-fracking in tutto il continente.

A beneficiare dell’opposizione al fracking sarà la Russia, che da tempo crea allarme sui rischi ambientali del fracking  attraverso Russia Today, rete televisiva via cavo in inglese. L’aiuto del governo e degli ambientalisti francesi farà molto piacere al Cremlino.   Creerà invece seri problemi alla Polonia, che pure fa parte dell’Unione Europea, insieme alla Francia…

 

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