La Bielorussia in crisi
e il ruolo della Russia

04/04/2011

Il 4 aprile 2011 l’agenzia di rating Moody’s ha declassato 23 banche bielorusse. Minsk si è rivolta a Mosca per ottenere aiuto finanziario. La Bielorussia ha sempre cooperato apertamente con Mosca su questioni di carattere militare e di sicurezza, ma ha sempre cercato di mantenere una certa autonomia in ambito economico. I recenti problemi finanziari permetteranno alla Russia di aumentare la propria influenza sulla Bielorussia e mandare in fumo i piani dell’UE per portare Minsk nella sfera d’influenza europea.

La crisi finanziaria è direttamente imputabile al presidente bielorusso: per aumentare la sua popolarità in vista delle elezioni del 2010, Aleksandr Lukashenko ha aumentato la spesa pubblica in maniera dissennata alzando stipendi e pensioni, che hanno dilapidato il 20% delle riserve in valuta estera – al momento pari a $4 miliardi. Le condizioni economiche sono ulteriormente peggiorate dopo che UE e USA hanno varato nuove sanzioni contro la Bielorussia per i metodi repressivi – arresti arbitrari, censura, etc. – impiegati dal regime contro l’opposizione. 

A tutto questo si è aggiunto l’aumento del prezzo del petrolio, che ha causato un aumento del deficit facendo impennare il tasso di inflazione e indebolendo ulteriormente l’economia del paese. Minsk ha chiesto un prestito al Fondo Monetario Internazionale (FMI) e all’Eurasian Development Bank (EDB), che però è stato negato proprio per via delle sanzioni.

La Russia, che esporta gas e petrolio ed ha tratto giovamento del recente aumento dei prezzi, ha mostrato disponibilità a soccorrere la Bielorussia in cambio di  ealtà e della possibilità di entrare nelle aziende strategiche bielorusse in cui non ha ancora una quota di controllo: ha recentemente firmato un accordo da $9 miliardi per la costruzione di una centrale nucleare e ha annunciato di voler acquistare due importanti aziende strategiche bielorusse – la Belaruskali (che produce potassio) e l’azienda automobilistica MAZ.

 

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