Privacy, libertà e antiterrorismo
un equilibrio troppo difficile per l'Europa?

02/03/2010

A fine 2009 i server della SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial  Telecommunications), che registrano le transazioni finanziarie fra circa 8000 banche e istituzioni finanziarie in 200 paesi del mondo, sono stati spostati dagli USA in territorio europeo, e precisamente in Olanda e in Svizzera. Finché sono rimasti in territorio USA, sotto legislazione americana, la Commissione Europea ha avuto accesso diretto a tutti i dati in essi contenuti.   Ora il Parlamento Europeo ha rifiutato di ratificare l'accordo fra gli USA e la Commissione per Europea che permetteva anche agli USA (oltre che alla Commissione Europea) l'accesso diretto ai dati.  Negli anni scorsi grazie all'analisi dei dati Swift si sono identificato i mandanti dell'attentato alla discoteca di Bali del 2002,  si sono  prevenuti un attentato a Bangkok nel 2003 e attentati agli aeroporti di Heathrow e di Barcellona, con esplosivi liquidi. Senza l'accesso a questi dati sarebbe  molto difficile per gli USA identificare le istituzioni finanziarie attraverso cui operano gli Iraniani per aggirare le sanzioni.   Per altro l'Unione Europea si appresta a chiedere la cooperazione degli USA per chiudere siti con contenuti considerati razzisti o xenofobi, ospitati  su server USA. A questo scopo alcuni governi europei hanno raccolto dalle ONG elenchi di siti che violano le libertà delle minoranze o incitano all'odio. In questi elenchi compaiono siti  che secondo la legge USA sulla libertà di opinione possono e devono rimanere aperti.   Fra i siti 'incriminabili' per razzismo o incitamento all'odio secondo le ONGche hanno stilato l'elenco per il governo francese, ad esempio, è incluso il sito di  Daniel Pipes (celebre  accademico del Council on Foreign Relations, fondatore del Middle East Forum, presidente dell'United States Institute of Peace) per le sue posizioni nettamente contrarie al fondamentalismo islamico come sistema politico!   Non pare facile per Europa e USA trovare un accordo su come equilibrare il diritto alla privacy, il diritto alla libertà di parola e la prevenzione del terrorismo e del crimine organizzato. Auguriamoci che il Parlamento Europeo riesca ad elaborare linee-guida comuni per trovare un equilibrio di buon senso fra le diverse esigenze.    A cura di Laura Camis de Fonseca  

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