Delicati equilibri di potere a Karachi

11/01/2010

L’8 gennaio 2010 il ministro degli interni pakistano Rehman Malik ha dichiarato che gli immigrati irregolari dovranno lasciare la città entro 15 giorni, altrimenti saranno allontanati dalla città a forza. Malik ha rilasciato queste dichiarazioni pochi giorni dopo che una casa nella parte occidentale di Karachi è stata fatta saltare in aria. Le autorità hanno imputato l’attacco a gruppi di islamisti locali, sottolineando che il problema del terrorismo islamico rappresenta una seria minaccia per Karachi.
 
Le autorità federali vorrebbero perseguire i terroristi che risiedono a Karachi, ma finora sono andati con i piedi di piombo per paura di alterare il già fragile equilibrio etnico della città.
Gli “immigrati” di cui parla Malik sono individui provenienti dallo Swat, dalla Provincia di Frontiera Nordoccidentale (NWFP) e dalle Aree Tribali (FATA), quasi tutti di etnia pashtun, ma non sarà facile giustificarne l’ allontanamento, dato che sono cittadini pakistani a tutti gli effetti.
La tensione fra i Pashtun e i Muhajir (che sono la maggioranza a Karachi) è andata aumentando negli ultimi vent’anni: l’aumento degli immigrati  Pashtun infatti mette a repentaglio il potere del partito locale, il Movimento Muttahida Qaumi (MQM), che gode dell’appoggio dei Muhajir. Attualmente i Pashtun sono circa 3,5 milioni - il 29% della popolazione della città – dunque il MQM non può più ignorare la loro presenza, anche se vorrebbe spingerli ad andarsene in qualche modo.
 
Il Partito Popolare del Pakistan (PPP) attualmente al potere è alleato al MQM, e vuole evitare che i terroristi islamici si stabiliscano nella capitale finanziaria del Pakistan. Tuttavia il PPP non può alienarsi totalmente l’appoggio dei Pashtun, che costituiscono  il 15% della popolazione pakistana e sono legati ad un altro importante alleato di governo, il Partito Nazionale Awami, che ha il potere  nella NWFP.
 
A cura di Davide Meinero

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