La strategia russa nel Sahel e i pericoli per l’Occidente

06/06/2024

tratto da «Geopolitical Futures» del 29 maggio 2024

 

Il 15 settembre avverrà la completa smobilitazione degli Stati Uniti dalle loro basi militari in Niger. L’Occidente continua a perdere terreno nel Sahel, che è da tempo un focolaio di terrorismo globale, per l’aumentare dell’influenza russa. É una minaccia per l’Africa in primis, ma anche per la sicurezza degli Stati Uniti e dell’Europa, perché può alimentare l’estremismo attraverso i canali di migrazione verso l’Europa. Il fatto che la Russia stia ora assumendo il controllo e dispiegando risorse e personale in Africa, in un contesto di guerra stagnante in Ucraina, dimostra l’importanza della regione all’interno di una più ampia strategia di Mosca.

A marzo e poi nuovamente a metà maggio gli Stati Uniti si sono impegnati in negoziati per rimanere in Niger, chiaramente senza successo. Ora interromperà anche gli aiuti al Paese.

Washington fornisce tonnellate di materiale a paesi come il Niger, ma con vincoli: tende a non fornire assistenza militare a governi che salgono al potere attraverso colpi di stato e chiede trattative per ogni tipo di aiuto. Mosca non ha remore. Ha una lunga storia di fornitura di armi alla regione e coltiva buoni rapporti anche con i peggiori regimi. Il fatto che la Russia fornisca droni, attrezzature, armi e munizioni senza restrizioni continuerà a distinguerla da Washington nei rapporti con i governi africani.

Il Niger è uno dei tanti paesi africani che il Cremlino sta cercando di corteggiare, non soltanto nel Sahel, ma in tutta l’Africa occidentale. Sao Tomè e Principe ha recentemente firmato un accordo di cooperazione militare con la Russia che prevede addestramento militare, supporto logistico e “possibili collaborazioni” con navi e aerei russi. Il presidente della Guinea-Bissau ha recentemente visitato Mosca e ha dichiarato che la Russia è un “alleato permanente e leale” con il quale ha un accordo militare sin dal novembre 2018. La Russia ha anche annunciato l’apertura di un’ambasciata in Guinea Equatoriale.

 

Perché la Russia è interessata all’Africa Occidentale e al Sahel? In primo luogo, dall’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, Mosca è alla ricerca di governi amici che la sostengano sulla scena internazionale e la aiutino a evitare l’isolamento diplomatico ed economico. Molti governi africani hanno accettato la rappresentazione russa della guerra come conflitto anti-imperiale. L’Ucraina sta sviluppando una strategia di comunicazione incentrata sull’Africa per contrastare la propaganda russa.

In secondo luogo, Mosca sta creando un corridoio commerciale per convogliare le risorse naturali della regione verso la Russia e non verso l’Europa. La Russia fornisce armi ed equipaggiamento militare, le sue milizie paramilitari proteggono i leader africani e le operazioni minerarie. In cambio, le giunte militari africane permettono alle imprese russe di estrarre oro, petrolio, diamanti e altri beni. La Russia trasporta i prodotti a nord fino ai porti libici, dove vengono caricati su navi e venduti all’estero. Gli accordi già esistenti tra Niger e Iran favoriscono un corridoio verso il Mediterraneo utilizzato sia dalla Russia sia dai migranti che aspirano a raggiungere l’Europa.

Infine la Russia cerca di unire i suoi alleati dal Mediterraneo all’Atlantico in un corridoio economico. Da tempo la Russia cerca di costruire basi navali lungo le coste dell’Africa. A febbraio ha iniziato a corteggiare il Togo nel tentativo di estendere il suo corridoio del Sahel fino all’Oceano Atlantico. Il presidente del Senegal, recentemente insediato, ha parlato di un avvicinamento all’Alleanza degli Stati del Sahel (che comprende Burkina Faso, Mali e Niger), favorevole alla Russia, mettendo in dubbio il futuro delle relazioni di Dakar con Parigi.

 

Il punto focale della strategia russa in Africa è attualmente la Libia. A febbraio la Russia ha iniziato a mandare in Libia soldati professionisti. Ad aprile le fregate russe hanno effettuato almeno cinque consegne di attrezzature militari a Tobruk. Il rafforzamento militare di Mosca in Nord Africa rappresenta una seria minaccia per l’Europa, ma è probabile che le forze russe vengano dispiegate in tutta la regione piuttosto che rimanere in Libia.

Gli Stati Uniti sono determinati a garantire che la loro uscita dal Niger avvenga senza problemi. Si lasceranno alle spalle una costosa base per droni, che forniva ai governi del Sahel informazioni e conduceva ricognizioni per la lotta contro le insurrezioni islamiche. Washington rimane convinta dell’importanza di monitorare e, quando necessario, distruggere attivamente le reti di estremisti islamici nel Sahel, perciò continua a cercare una nuova sede per le sue operazioni antiterrorismo.

Non sarà un compito facile. Stringendo alleanze nell’Africa occidentale e in Libia la Russia acquisisce un grande vantaggio economico e politico, acquisisce la capacità di minacciare la NATO in modi nuovi, il che aumenterà il futuro potere contrattuale di Mosca – e i pericoli per gli stati europei.

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