La Cina e il Mare Cinese del Sud

13/05/2009

Entro il 13 maggio 2009 ogni paese dovrà sottoporre al vaglio della Commissione delle Nazioni Unite per l’Estensione della Piattaforma Continentale eventuali rivendicazioni territoriali e marittime al di là delle 200 miglia nautiche standard.

Di solito l’estensione della piattaforma è legata alla ricerca di fonti energetiche e minerarie sottomarine o alla pesca, ma può anche essere utilizzata per proiettare la propria influenza al di là dei confini nazionali. Questo è il caso del Mar Cinese Meridionale, conteso fra la Cina e altre potenze regionali.

Il 10 maggio, dopo un confronto diretto fra alcune navi cinesi e una nave da ricognizione statunitense – la USNS Impeccable – 90 kilometri a sud dell’ isola di Hainan, la Cina ha deciso di inviare a sua volta una nave – la Yuzheng 311 – a pattugliare il Mare Cinese. A questa dovrebbe affiancarsi nel 2010 un secondo vascello capace di trasportare elicotteri.

La Marina militare cinese è composta da tre flotte: la flotta del Mare Settentrionale (Beihai), del Mare Orientale (Donghai) e del Mare Meridionale (Nanhai).

·  La prima è dislocata nell’area compresa fra la provincia di Shangdong e il confine coreano;

·  la seconda è responsabile dell’area compresa fra la provincia di Jiangsu a quella di Fujan – inclusa Taiwan;

·  la terza è attiva nel Mare Meridionale.

Pechino sta pensando di ricollocare le navi all’interno delle flotte e di spostare i cacciatorpedinieri più efficienti dalla flotta settentrionale a quella meridionale, per incrementare il numero di operazioni e aumentare la propria presenza nella regione.

Il Mar Cinese Meridionale, dove già operano diversi vascelli statunitensi che compiono attività di ricerca, diventerà sempre più affollato man mano che Cina e Stati Uniti espanderanno le loro attività navali. Anche gli altri attori regionali – Australia, Malesia, Vietnam e Indonesia – hanno deciso di incrementare le operazioni marittime per controllare la situazione.

Con un eccessivo sovraffollamento di navi il numero di incidenti potrebbe aumentare, con il rischio di un’escalation militare.

 

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