Finanza
riusciremo a gonfiare il pallone?

09/04/2009

Per una comprensione agevolata di che cosa è la finanza si legga il nostro riassunto di The Origin of Financial Crisis.

In estrema sintesi, gli strumenti della finanza sono:

1.  le monete (di carta o di metallo) emesse, garantite e controllate dagli stati, in base alle loro diverse politiche;

2.  i certificati di debito di varia tipologia, emessi in cambio di  moneta da privati (o anche da stati) a fronte di promesse della più varia natura immaginabile (dividerò con te i miei guadagni, ti darò una parte di una certa proprietà quando l'avrò, ti darò alcuni chili di grano fra sei anni, ti restituirò la cifra e nel  frattempo ti pagherò interessi, ti do un paniere in cui ho raccolto tante altre promesse di tanti altri privati...).

Questi certificati di debito non hanno garanzia pubblica, ma hanno un prezzo che oscilla,soltanto i valori calano, ma tutti cercano di tramutare le promesse in denaro, subito, vendendo a qualunque prezzo. Finché si scopre che non c'è al mondo abbastanza moneta per far fronte a tutte le promesse che circolano...   regolato dal valore che il mercato riconosce a ogni promessa, ed il prezzo è espresso in moneta. Dunque sono liquidi  come moneta, ma senza garanzia pubblica. Le emissioni di certificati di credito da parte di privati non sono regolate: non c'è nessun rapporto fra la quantità emessa, la quantità di moneta emessa dagli stati, il valore delle attività sottostanti. È tutta una questione di fiducia. Finché c'è fiducia che le promesse verranno generalmente mantenute, i valori nominali delle promesse tendono a crescere. Se viene meno la fiducia (come è successo dalla fine del 2007 in poi) non

Che fare? Bisogna ristabilire la fiducia e bloccare l'ondata di vendite per panico. Dunque la prima iniziativa urgente è che gli stati stampino altra moneta, e che non permettano a nessuna banca di fallire portandosi via anche il denaro che i clienti hanno lasciato in deposito. Questo è stato fatto su larga scala da tutti i grandi stati. Ma non serve a ripristinare la fiducia della gente nelle promesse  dei privati. Serve soltanto a mettere più denaro a disposizione perché i certificati di credito siano potenzialmente coperti da denaro contante.  

È ovvio che questo non cambia davvero la qualità della promessa e l'attendibilità di chi l'ha fatta. Le promesse inattendibili sono 'titoli tossici' che avvelenano la fiducia generale. Perciò il governo degli USA ha deciso da qualche mese di mettere sotto controllo pubblico i 'titoli tossici' americani perché non avvelenino il mercato.mCome identificarli, quanto tempo occorrerà per rintracciarli tutti, quanto costerà toglierli dal mercato: ecco le domande cui non si sa ancora dare risposta. L'unica certezza è che il conto sarà pagato dai contribuenti. Dunque per ora non sono evidenti grandi risultati.

Perché torni davvero la fiducia occorre che gli stati diano ai cittadini la garanzia che, grazie a una rete di regole e di controlli, non sarà più possibile in futuro che i  privati facciano promesse false o arrischiate e che le vendano e rivendano per lunghi anni, senza che nessuno abbia la possibilità di distinguerle dalle promesse prudenti delle persone per bene.

Quali regole occorrono? Quali controlli? Quale autorità può e deve stabilire le regole? Chi effettua i controlli? Quali soggetti debbono essere regolati e controllati? Su questi punti l'Europa e gli USA non hanno trovato un accordo al G20 ed hanno deciso di rimandare la questione a novembre. Nel frattempo  però hanno ridotto le regole di prudenza, togliendo alle banche e alle società finanziarie l'obbligo di valutare i titoli (le promesse) al valore di mercato della giornata (mark to market) quando fanno i conti! Lo hanno deciso gli USA il 2 aprile (decisione presa dalla FASB, Financial Accounting Standards Board). Ora le banche e gli istituti finanziari americani hanno la possibilità di  valutare a loro  piacimento l'attivo di bilancio. 

L'Europa era contraria: si è più volte espressa in favore di norme restrittive. Però le banche europee si sarebbero trovate in svantaggio rispetto a quelle americane se non avessero potuto truccare anche loro l'attivo. Così il 4 aprile 2009 la riunione dei  ministri finanziari  europei a Praga ha consigliato ai propri governi di “scaricare da Google” il testo americano e adottarlo con la benedizione dell'Europa (parole di Giulio Tremonti).

Così con un tratto di penna...i titoli tossici possono ridiventare titoli buoni nei conti delle banche e degli istituti finanziari! 

Eppure Francia e Germania erano andate al G-20 pronte a sostenere a spada tratta la proposta De Larosiere di creare un'agenzia ad hoc per regolare l'intero mercato finanziario europeo, agenzia di cui la Banca Centrale Europea (BCE) avrebbe assunto la presidenza. Sarkozy aveva addirittura fatto sapere che avrebbe abbandonato il G-20 se  non vi si fossero assunte 'iniziative concrete di regolazione dei mercati'.  

Poi è successo che la Gran Bretagna si è fatta capofila dell'opposizione di un gruppo di paesi europei che hanno un sistema bancario con una lunga storia di autonomia,forte sul mercato internazionale, che non vogliono sottostare all'autorità della BCE (Olanda, Austria, Lussemburgo, Belgio). A questi si sono accodati i paesi  europei che sono sempre contrari a cedere un po' di  sovranità nazionale (Rep. Ceca, Danimarca, Irlanda). 

Ora Germania e Gran Bretagna sono i paesi capifila di due schieramenti europei che sulla regolamentazione dei mercati finanziari ha opinioni opposte, in chiara rotta di collisione.

Laura Camis de Fonseca

 

 

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