L’India e la strategia americana per il contenimento della Cina

25/02/2023

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La Cina non è in grado di affermare la propria egemonia sull’Oceano Indiano, ma non può permettersi che lo faccia su grande scala l’India, sua rivale storica, dunque ricorre alla strategia di distrarre l’attenzione e le forze dell’India dalle acque per concentrarla sui lunghi i confini terrestri. 

Cina e India confinano nell’Himalaya lungo una “linea di controllo”, che non è un confine formalizzato e riconosciuto. Lungo la ‘linea’ da alcuni anni le scaramucce fra India e Cina avvengono con crescente frequenza, dopo decenni di calma, a partire dal congelamento concordato dello status quo nel 1962. Per mettere in sicurezza i confini nord il governo indiano sta accelerando la realizzazione di opere di connettività con il Nepal, il Bhutan, il Bangladesh e il Myanmar. Negli ultimi otto anni sono già stati costruiti 6800 chilometri di strade per collegare queste regioni con l’India, sono stati aperti 16 nuovi valichi, eretti ponti e scavati tunnel.

L’ultimo scontro armato fra India e Cina è avvenuto a giugno del 2020, quando soldati cinesi sono entrati in un territorio che l’India reclama come proprio nella valle di Galwan, regione del Kashmir. Lo scontro precedente era avvenuto nella valle di Doklam nel Butan.

Si tratta di scontri militari di per sé privi di scopo, in zone di alta montagna disabitate e prive di risorse, ma oggetto di rivendicazioni confliggenti. Acquistano senso soltanto se si considera che la strategia americana per il contenimento della Cina deve necessariamente coinvolgere a fondo l’India nel controllo dell’Oceano Indiano. Gli Stati Uniti stanno cercando di coinvolgerla a livello diplomatico, economico, tecnologico e militare, perché il braccio di ferro con la Cina nei prossimi anni si giocherà nell’Oceano. 

La Cina, che si sta preparando al confronto sul fronte sociale, politico ed economico, vede in pericolo il suo controllo sulla catena di isole che costituiscono la sua “collana di perle” nell’Oceano indiano. Inoltre la BRI, l’iniziativa cinese di interconnessione infrastrutturale ed economica con i paesi asiatici, non sta raggiungendo i risultati che quei paesi si aspettavano, tant’è che oggi il Pakistan e lo Sri Lanka, che hanno puntato molto sulla BRI, sono al fallimento economico.

L'India fino a pochi anni fa non ha investito molto nel controllo del mare che la circonda, così vasto e procelloso da costituire una difesa naturale − però non contro nemici tecnologicamente molto avanzati. Ancora oggi il budget della marina militare indiana rappresenta soltanto il 19% del budget complessivo di difesa del paese. L’attenzione della difesa indiana è sempre stata concentrata sul conflitto col Pakistan nel Kashmir. Pechino ha bisogno di impedire che l’India dedichi più budget e più attenzione all’Oceano e per farlo la costringe a spendere più soldi e più energie per la difesa dei confini di montagna.

Così gli USA dovranno continuare ad essere i sorveglianti e protettori degli Stretti di Malacca e delle rotte del commercio intercontinentale, anziché concentrarsi su altre priorità. 

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