Cina e Filippine, cauti approcci

15/01/2023

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Ai primi di gennaio 2023 il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. ha incontrato il presidente Xi Jinping, in vista di un accordo di cooperazione nel Mar Cinese Meridionale, sia per operazioni di pace e sicurezza sia per lo sviluppo di giacimenti di gas e petrolio. Le relazioni tra le Filippine e la Cina sono state tese sino ad ora: Pechino è scontenta dei legami di Manila con gli Stati Uniti, Manila si oppone al bracconaggio di Pechino nelle sue acque territoriali.

La Cina dipende dal commercio internazionale, in particolare dall’importazione di minerali e dalle esportazioni di manufatti verso gli Stati Uniti. Le esportazioni rappresentano ancora circa il 20% del prodotto interno lordo della Cina. Il libero accesso ai porti del Mar Cinese meridionale e la libera navigazione dai porti agli oceani sono per la Cina il primo imperativo strategico. I porti sulla costa orientale della Cina sono la chiave dell'economia cinese. Se venissero chiusi o interdetti per qualsiasi motivo, l'economia cinese sarebbe almeno stordita, se non distrutta.

La Cina teme possibili iniziative degli USA per bloccare i suoi porti, perciò adotta una strategia che mira a limitare l’accesso degli USA al Mar Cinese Meridionale e garantire l’accesso della marina cinese al Pacifico.

La linea di isole che va da Taiwan all'Indonesia è la chiave per risolvere il problema strategico della Cina. Fra le isole si apre il passaggio al Pacifico, che le forze navali degli USA potrebbero facilmente chiudere in caso di ostilità, avendo basi sia a Taiwan che nelle Filippine e in Giappone. Non è Taiwan che Pechino vuole controllare, ma gli stretti a nord e a sud di Taiwan, in particolare le 600 miglia (965 chilometri) di acque navigabili tra Taiwan e le Filippine e la distesa di 300 miglia di acque navigabili tra le Filippine e l'Indonesia.

Il fatto che le Filippine siano una vasta congregazione di isole crea una molteplicità di rotte più strette, che la Cina vorrebbe controllare. A differenza delle rotte settentrionali, questi passaggi meridionali richiedono forze difensive più leggere, proprio perché più numerose ma più ristrette. Se la Cina avesse accesso alle Filippine, potrebbe basare aerei e missili su quelle isole, a garanzia di aver sempre a disposizione qualche rotta aperta. La Cina deve perciò raggiungere un'intesa con le Filippine, nonostante la profonda diffidenza reciproca. Manila potrebbe chiedere molto in cambio, potrebbe negoziare abilmente fra USA e Cina per aumentare il valore di qualunque accordo.

Non a caso, il comandante dei marines americani ha annunciato l’11 gennaio un programma per preparare le Filippine e il Giappone alla collaborazione operativa in caso di guerra. Non si tratta per ora di iniziare una guerra, ma di prevenirla. La visita di Marcos in Cina suon un campanello d'allarme a Washington.

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I vostri commenti

"le forze navali degli USA potrebbero facilmente chiudere in caso di ostilità, avendo basi sia a Taiwan che nelle Filippine e in Giappone." Quali sarebbero le basi americane a Taiwan?
Ha ragione, non ci sono attualmente basi americane a Taiwan. Il timore della Cina è che Taiwan possa diventare in qualunque momento una base per operazioni militari USA, ma oggi non lo è.