Libano: così muore un paese

13/11/2022

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Il 3 novembre 2022 Hilal Khashan scrive su GPF che il Libano sta morendo. Ma come muore un paese? 

In ottobre il presidente Michel Aoun ha lasciato l'incarico, dopo la scadenza del suo mandato, e non ha un successore. I vuoti di potere non sono rari in Libano. L'elezione di Aoun nel 2016 aveva posto fine a un vuoto di 29 mesi alla presidenza. Da quando ha ottenuto l'indipendenza nel 1943, per ben sei volte il Libano non è riuscito a trovare l'accordo sul presidente. L'impossibilità di selezionare un leader porta a mantenere provvisoriamente il governo scaduto, che però non può approvare una nuova legislazione.

Il paese sta affrontando la peggiore crisi economica della storia, dovuta in gran parte all'inettitudine dei politici libanesi e al loro interesse per l'accumulo di ricchezza e potere personale o settario. Il loro egoismo ha portato il paese al collasso.

Il settore bancario libanese ha gestito i risparmi dei Libanesi in modo fraudolento, in combutta con la Banca centrale. Per legge tutte le banche che operano in Libano devono mantenere la maggior parte delle loro attività liquide presso la Banca centrale. La Banca centrale ha gestito male la politica monetaria e ha nascosto i dati che mostravano l'entità dell'imminente collasso finanziario del Libano. Le banche locali hanno continuato ad attrarre depositi offrendo alti tassi di interesse – fino al 9 % sui depositi in dollari americani! – ed hanno deliberatamente evitato di informare i depositanti dei rischi per i loro risparmi. La Banca centrale ha permesso ingenti profitti alle banche locali – che sono stati trasferiti fuori dal Paese – ed ha sperperato i risparmi dei privati insieme alle banche locali.

Alcuni mesi fa il vice primo ministro ha annunciato il fallimento del Paese indicando che le perdite, ritenute superiori ai 100 miliardi di dollari, sarebbero state condivise dalla Banca centrale, dal settore bancario in generale e dai depositanti. Ha aggiunto che i funzionari libanesi sperano di raggiungere un accordo con il Fondo monetario internazionale. I negoziati si sono concentrati sulla ristrutturazione del settore bancario, sulla formulazione di una politica fiscale equilibrata, sulla ricostruzione della rete elettrica crollata, sulla riforma della burocrazia gonfia e sulla lotta all'iperinflazione, che si attesta al 3000 % annuo!

Dall'inizio della guerra civile libanese nel 1975 le istituzioni e le sette locali non hanno mai più raggiunto un accordo di collaborazione per promuovere l'interesse pubblico. Così lo stato ha gradualmente abbandonato tutti i suoi doveri nei confronti del popolo. La Water Utility Authority ha recentemente detto ai residenti in molte parti del paese di darsi da fare per procurarsi l'acqua da soli perché non può più azionare le pompe, ma ha ricordato loro di lavarsi spesso le mani a causa dell'epidemia di colera.

Il tracollo finanziario ha prosciugato le risorse dei settori pubblici, tra cui l'assistenza sanitaria, l'ingegneria, il mondo accademico e l'istruzione. Ha avuto un grave impatto sulle strutture mediche e ha causato carenza di farmaci, in particolare per le malattie croniche. I farmaci sono difficili da trovare e quelli disponibili sono troppo cari per la stragrande maggioranza delle persone che ne hanno bisogno.

I privati cittadini stanno ora cercando di compensare le carenze dello stato. I giovani si offrono volontari per svolgere il lavoro di ministeri, comuni, sindacati e istituzioni governative. Organizzano eventi e feste turistiche, distribuiscono medicinali e raccolgono aiuti, tanto da poter pavimentare strade e installare pannelli solari. Le persone stanno imparando a non dipendere dallo stato e a gestire da sole le necessità della vita.

La ripresa del Libano da questa crisi sembra impossibile oggi, senza un profondo rivolgimento della costituzione e una profonda riforma delle istituzioni.

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