9 novembre 2022
Brevi, ma dense

09/11/2022

Le notizie cui non si bada, ma che producono cambiamenti. 

 

Quando gli impegni sono bla bla…  Gli impegni sul clima globale sono "pericolosamente troppo dipendenti" dalla riforestazione e dal recupero di aree naturali, secondo uno studio pubblicato dai ricercatori dell'iniziativa Climate Futures dell'Università di Melbourne a fine ottobre. Lo studio ha calcolato che gli attuali impegni globali di nature-based-solutions (NbS) ai problemi climatici richiederebbero l’uso di circa 1,2 miliardi di ettari di terreno. Per dare l’idea delle proporzioni, l'intera superficie terrestre degli Stati Uniti (compresa l'Alaska) è inferiore a 1 miliardo di ettari e la superficie terrestre globale totale è di circa 13 miliardi di ettari. I governi hanno utilizzato le promesse di soluzioni basate sul ricorso alla natura (NbS) per limitare l'impatto dei cambiamenti climatici sulle popolazioni, poiché impegni più solidi possono richiedere perdita di posti di lavoro, diminuzione delle attività economiche o ricorso a tecnologie costose e inquinanti, anche se in modo diverso dall’energia fossile. È improbabile che lo studio venga divulgato e discusso su larga scala, perché le promesse fatte hanno dato grande popolarità ai politici. Ma è impossibile che le promesse vengano mantenute su di una scala tale da avere un impatto significativo.

 

 

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Al Forum economico eurasiatico di ottobre 2022 la Russia ha proposto di creare un unico operatore logistico con Iran e Azerbaigian per il corridoio di trasporto internazionale nord-sud, che si estende dalla Russia attraverso il Caucaso meridionale e l'Iran fino all'India. Russia e Iran hanno poi aperto una riunione della Commissione economica mista, in cui intendono definire una tabella di marcia per la futura cooperazione. Mosca sta rafforzando le relazioni con Teheran.

 

 

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A inizio novembre 2022 Vladimir Putin ha incontrato il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev e il primo ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan a Sochi per negoziare un eventuale accordo di pace dopo le recenti violenze tra i due paesi. I tre leader hanno discusso del possibile ripristino dei trasporti e dei rapporti economici e tra l'Azerbaigian e l'Armenia. Subito dopo il segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan e il ministro degli Esteri azerbaigiano Jeyhun Bayramov per discutere i progressi di un trattato di pace sul Nagorno-Karabakh. Armenia e Azerbaigian si erano appena accusate a vicenda di bombardare le rispettive posizioni al confine.

 

 

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Donald Lu, segretario USA per gli affari dell'Asia meridionale e centrale, è in visita in Uzbekistan, Turkmenistan e Kazakistan fino all'11 novembre 22, per discutere di una serie di questioni bilaterali e regionali. In Turkmenistan Lu ha annunciato l'intenzione di Washington di aiutare le autorità e le imprese turkmene a trarre beneficio dalle sanzioni anti-russe. Il Cremlino si sente così minacciato all'interno della sua tradizionale sfera di influenza in Asia centrale.

 

 

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In vista delle elezioni di novembre, il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev ha firmato una serie di leggi che trasferiranno parte del potere tradizionalmente detenuto dall'ufficio di presidenza agli organi esecutivi locali, al Consiglio superiore della magistratura e al parlamento. Ha anche affermato che il Kazakistan è pronto a proteggere i suoi interessi nazionali al di fuori dei limiti della diplomazia, osservando che la stabilità e la sicurezza in Kazakistan sono fortemente influenzate dalle condizioni esterne e interne. Tutto ciò avviene nel contesto delle proteste antigovernative di massa all'inizio di quest'anno, represse solo grazie all'aiuto dell'Organizzazione del Trattato per la sicurezza collettiva.

 

 

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In Egitto l’Autorità che regola l’energia nucleare ha concesso alla russa Rosatom la licenza di costruzione di un secondo reattore per la centrale di El Dabaa. Le sanzioni occidentali alla Russia non frenano i successi russi nei rapporti con il mondo arabo e africano.

 

 

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato che la Serbia ha un contratto per la fornitura da parte della Russia di sistemi di difesa Krasukha e di missili Pantsir, ma non li ha ancora ricevuti.

 

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