La strategia US per le Isole del Pacifico

17/10/2022

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All’inaugurazione del primo summit delle Isole del Pacifico a Washington il 29 settembre 22, il governo degli Stati Uniti ha presentato il suo primo documento strategico dedicato alla regione.

 

La strategia di partenariato USA-Pacifico è un documento di sedici pagine più due schede informative di accompagnamento. Si concentra sugli argomenti di primario interesse per i paesi delle isole del Pacifico, vale a dire lo sviluppo economico e gli impatti regionali del cambiamento climatico. I leader delle quattordici nazioni delle isole del Pacifico che hanno partecipato al vertice hanno approvato il documento all’unanimità, nonostante i precedenti dubbi delle Isole Salomone e delle Isole Marshall. Al vertice hanno partecipato funzionari statunitensi di altissimo livello (tra cui il presidente Joe Biden, la presidente della Camera Nancy Pelosi e il segretario di Stato Anthony Blinken), a dimostrazione della grande importanza data da Washington a corteggiare le nazioni delle Isole del Pacifico.

 

Il documento strategico indica come obiettivi principali: 1) una forte partnership tra Stati Uniti e Isole del Pacifico; 2) una regione di isole unite e collegate al mondo; 3) una regione resiliente al cambiamento climatico; 4) una prospera regione economica. La Cina è menzionata solo una volta nel contesto di un possibile ostacolo economico. Gli Stati Uniti apriranno tre nuove ambasciate nelle Isole Salomone, Kiribati e Tonga, portando il numero totale di ambasciate statunitensi nella regione da sei a nove. Il governo degli Stati Uniti nominerà anche un ambasciatore al Forum delle Isole del Pacifico. Come parte della nuova strategia, gli Stati Uniti investiranno più di 810 milioni di dollari in programmi di aiuto, in aggiunta al 1,5 miliardi già forniti nell’ultimo decennio. I fondi sono dedicati a infrastrutture, istruzione e lotta ai cambiamenti climatici. Gli Stati Uniti provvederanno anche formazione alle forze dell’ordine tramite l’FBI e il Dipartimento di Stato e riconosceranno formalmente le Isole Cook e Niue come stati sovrani, già riconosciuti tali dalla Cina.

Negli ultimi anni la Cina è diventata molto attiva nelle isole del Pacifico. Per la Cina, la regione è di importanza strategica primaria. Per questo ha stipulato accordi bilaterali con undici nazioni delle isole del Pacifico, per lo più incentrati su attività economiche nell’ambito della Belt and Road Initiative.

Il coinvolgimento degli Stati Uniti nelle Isole del Pacifico è fortemente legato alla politica di sicurezza. Washington si interessò molto alla regione durante la Seconda guerra mondiale, ma la dimenticò quando sparì la minaccia immediata del Giappone. Ora la crescente rivalità con la Cina l’ha riportata al centro dell’attenzione.

Lo scorso maggio i paesi delle Isole del Pacifico hanno respinto un patto regionale proposto dalla Cina perché troppo concentrato sulla garanzia della sicurezza e dell’apertura militare a Pechino. Gli Stati Uniti hanno apparentemente imparato dal fallimento della proposta cinese, poiché la loro Strategia di partenariato per il Pacifico pone in secondo piano gli obiettivi di sicurezza di Washington nella trattativa collettiva con il blocco, lasciandola a una fase successiva di trattative bilaterali. Gli Stati Uniti hanno già accordi di Free Association con Palau, le Isole Marshall e la Micronesia, che consentono l’accesso militare statunitense nella regione in cambio di assistenza economica.

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