La strana coppia regge ancora

29/08/2022

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La guerra in corso in Ucraina obbliga Russia e Turchia a intensi rapporti, ma i legami fra i due paesi, benché stretti, corrono sempre su di un filo teso.

La Turchia ha condannato fin dall’inizio l’invasione dell’Ucraina, ma non ha né imposto sanzioni né intrapreso altre azioni concrete contro la Russia. Ciò ha consentito ai due capi di governo non solo di preservare, ma di rafforzare i legami economici e politici nel corso della guerra. Il 5 agosto il presidente russo Vladimir Putin e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si sono incontrati a Sochi per la seconda volta nell’arco di un mese e hanno deciso di rafforzare la cooperazione bilaterale nei settori finanziario, agricolo, edile, commerciale ed energetico.

La Turchia, che gestisce il traffico attraverso il Bosforo secondo le norme della Convenzione di Montreux del 1936, ha affermato che consentirà alle navi da guerra russe dirette in Ucraina di transitare nello stretto del Bosforo. Ha anche sempre consentito agli aerei russi di usare il suo spazio aereo durante il conflitto in Ucraina.

Le ricadute finanziarie della guerra in Ucraina hanno aumentato l’importanza immediata della Turchia e della Russia l’una per l’altra. Rinunciando alle sanzioni, la Turchia è diventata lo sbocco prioritario, quasi obbligato, dei capitali russi. Per i Russi le transazioni finanziarie con la Turchia sono il modo più pratico per spostare denaro, finché Ankara rimane strettamente integrata con i sistemi finanziari occidentali. La Turchia ha estremo bisogno di valuta estera per combattere la propria terribile crisi economica interna, e questo rende vitale per Ankara l’afflusso di capitali russi.

Il mantenimento dei legami economici con la Russia durante la crisi ucraina espone la Turchia alla possibile applicazione di sanzioni da parte dell’Occidente, ma Europa e Stati Uniti evitano di farlo perché la Turchia è un paese chiave per la NATO, proprio per la sua posizione sul Mar Nero e a cavallo del Bosforo.

L’Europa rimane di gran lunga il principale partner commerciale della Turchia, ma l’import-export fra Turchia e Russia è in rapida crescita. Ad agosto cinque banche turche hanno adottato il sistema russo di pagamenti Mir. La Turchia ha anche accettato di pagare in rubli le importazioni di energia russa. Tramite i gasdotti Turkstream e Blue Stream la Russia ha fornito il 45% del gas naturale della Turchia nel 2021. 

Russia e Turchia oscillano da secoli tra la competizione e la cooperazione in Medio Oriente, Nord Africa e Asia centrale. Oggi entrambe sono guidate da presidenti che abbracciano visioni di controllo dei vasti territori che un tempo costituivano gli imperi dei loro rispettivi paesi. Sono visioni che entrano periodicamente in conflitto tra loro. Oggi Russia e Turchia sostengono parti opposte nei conflitti in corso sia in Siria che in Libia. Nel conflitto in Nagorno-Karabakh, la Turchia ha sempre sostenuto l’Azerbaigian, la Russia l’Armenia.

L’agenzia turca per gli appalti della difesa si è affrettata a smentire le affermazioni di un funzionario russo secondo cui la Turchia vorrebbe acquistare un secondo sistema missilistico S-400 russo. Il primo acquisto da parte della Turchia del sistema S-400 nel 2017 ha spinto gli Stati Uniti a imporre sanzioni, mettendo a rischio la difesa turca, che dipende in modo massiccio dalle forniture americane.

Se l’esercito russo subirà battute d’arresto in Ucraina, le forze politiche turche cercheranno di trarne vantaggio per espandere la propria influenza nel Caucaso e nell’Asia centrale, portando a un peggioramento delle relazioni con la Russia. Se invece la Russia vincerà e aumenterà la propria influenza sul bacino del Mar Nero, i Turchi si sentiranno minacciati e assumeranno posizioni difensive nei confronti di Mosca. La situazione geopolitica di fondo porterà Russia e Turchia e guardarsi sempre con reciproco sospetto, nonostante i periodi di collaborazione, e indurrà la Turchia a continuare ad affidarsi alla NATO per la difesa e per la condivisione di intelligence. 

La Turchia è diventata lo sbocco prioritario dei capitali russi. Da parte sua, Ankara ha estremo bisogno di valuta estera per combattere la terribile crisi economica interna

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