La destabilizzazione delle grandi potenze

08/08/2022

Da un’analisi di George Friedman per GPF del 2 agosto 2022

L’emisfero settentrionale è sempre stato il centro del sistema di potere globale e ha sempre determinato il funzionamento del sistema per il resto del mondo. I centri del potere sono Cina, Russia, Unione Europea e Stati Uniti. Queste quattro entità rappresentano collettivamente oltre il 60% del PIL globale e della potenza militare del pianeta. Ognuna di loro è diversa nell’articolazione del proprio potere: la Russia ha un PIL relativamente basso ma una potenza militare significativa, i membri dell’UE sono relativamente deboli militarmente ma hanno un PIL importante. Gli Stati Uniti e la Cina possiedono entrambi i tipi di potere.

L’emisfero è oggi alle prese con grandi sfide sia economiche che politiche e militari. Quando questo succede, è certo che i problemi si diffondano a livello globale. Così è accaduto in occasione della Seconda guerra mondiale, e il mondo intero ne è stato trasformato per i decenni successivi. A che cosa porterà la crisi attuale?

L’evento più significativo per ora è l’inevitabile declino economico della Cina. La Cina è cresciuta straordinariamente negli ultimi 40 anni, grazie ai mercati esteri e all’afflusso di capitali esteri. Ora la Cina non può più incrementare le esportazioni, anche gli investimenti diminuiranno molto.

Ma anche l’economia statunitense sta entrando in recessione. Le recessioni fanno parte del processo di riequilibrio produttivo delle economie, perché le imprese inefficienti vengono distrutte e smettono di assorbire il capitale che sarebbe molto più utile altrove. Più lungo è il tempo tra le recessioni, maggiori sono le inefficienze che infestano l’economia. Però a innescare la recessione questa volta è stata la pandemia, una forza non economica, perciò questa recessione non avrà il ruolo benefico delle recessioni abituali.

La guerra ucraino-russa ha imposto grandi vincoli al sistema. Gli Stati Uniti hanno lanciato una guerra finanziaria contro la Russia a seguito dell’invasione; la Russia ha risposto con un attacco alla catena di approvvigionamenti. L’attacco alla filiera ha colpito in particolare l’Unione Europea – istituzionalmente la più suscettibile a eventi destabilizzanti – aumentando il prezzo dell’energia e diminuendone la disponibilità.

La Russia deve affrontare una guerra che è lungi dal vincere, con un continuo stress finanziario e difficoltà nella filiera di approvvigionamento. La Russia è l’economia più debole tra le quattro potenze, il suo status dipende dalla potenza militare, che è stata offuscata. Una sconfitta avvicinerebbe la Russia a un’economia in via di sviluppo.

Gli sviluppi della situazione sono tutti collegati fra loro. La guerra in Ucraina lega la guerra economica alla stabilità dell’UE e alla disponibilità di capitale per la Cina. Terminare la guerra ucraina con una vittoria russa penalizzerebbe troppo la potenza difensiva degli Stati Uniti in Europa. Il sistema globale è già destabilizzato. A questo punto ogni evento può avere un impatto moltiplicato anche sul resto del mondo.

Però il declino della Cina, il rallentamento economico negli Stati Uniti e l’instabilità politica dell’Europa hanno preceduto la guerra. La guerra ha aggravato i problemi, ma la fine della guerra non li risolverà. La soluzione dipenderà dagli Stati Uniti, la maggior potenza militare ed economica. Il problema che gli USA debbono risolvere è fornire energia all’Europa senza chiederla ai Russi. Poiché non esiste una soluzione raggiungibile in un tempo sufficiente, l’esito più probabile è una grande crisi globale in cui gli Stati Uniti cercheranno principalmente di difendersi.

L’instabilità di ognuna delle quattro potenze non è senza precedenti. Lo è il fatto che tutte e quattro lo siano contemporaneamente. Che aspetto avrà il mondo quando l’intero emisfero settentrionale si destabilizza allo stesso tempo? Questa è forse la domanda più inquietante. 

L’instabilità di ognuna delle quattro potenze non è senza precedenti. Lo è il fatto che tutte e quattro lo siano contemporaneamente.

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