Energia: il paradosso dell’Australia

23/07/2022

Cliccare sulla mappa per ingrandirla.

 

L’Australia è uno dei maggiori esportatori mondiali di carbone e gas, eppure ne ha carenza all’interno, tanto che a giugno il governo è dovuto intervenire per sospendere temporaneamente le vendite all’estero, perché con il freddo (in Australia luglio e agosto sono mesi invernali) la popolazione non aveva sufficiente riscaldamento. Il prezzo dell’energia è salito moltissimo, i blackout sono frequenti ogni giorno. Come è possibile che questo avvenga?

Problemi strutturali a lungo termine hanno reso il settore energetico australiano vulnerabile alla volatilità del mercato. Una cattiva pianificazione della difficile transizione alle energie rinnovabili ha lasciato le aziende energetiche nell’incertezza riguardo al futuro. La manutenzione degli impianti è trascurata, perché si attende la transizione dalle fonti a carbone alle fonti rinnovabili, ma queste non possono venir implementate in modo massiccio perché non è ancora disponibile in nessuna parte del mondo una tecnologia di accumulo a batteria sufficiente per attuare la transizione. La politica prende decisioni che la tecnologia esistente non permette di attuare nella realtà.

Gli elevati prezzi internazionali dell’energia hanno incoraggiato l’aumento delle esportazioni di gas e carbone. Nel tentativo di controllare l’aumento dei prezzi, a metà giugno il governo ha chiesto all’operatore del mercato energetico australiano di imporre un limite di 300 dollari australiani per megawattora ai prezzi all’ingrosso dell’elettricità, per proteggere i consumatori dai prezzi elevati, ma il mercato libero offre quasi il doppio di tale prezzo. Il risultato è stata una riduzione del 20% della capacità di generazione per la costa orientale.

Il governo australiano scommette che le maggiori entrate derivanti dalle esportazioni compenseranno eventuali battute d’arresto nelle produzioni manufatturiere. Il paese esporta circa tre quarti della sua produzione di carbone e gas. Ma la sospensione di giugno ha già allarmato i mercati e i paesi importatori stanno cercando fornitori alternativi. L’Australia è il maggiore esportatore mondiale di gas naturale liquefatto. I maggiori acquirenti sono Cina, Giappone e Corea del Sud. L’Australia fornisce a Cina e Giappone il 40% della loro necessità di importazione di gas. Fornisce anche la maggior parte delle importazioni di carbone di Giappone, Corea del Sud e Taiwan. Fornisce un quinto delle importazioni di carbone all’India. In Giappone e Corea del Sud da settimane si succedono scioperi per i prezzi elevati dell’energia, che inducono i governi a pensar di riaprire le centrali nucleari.

Il rischio di perturbazioni economiche regionali come risultato delle questioni energetiche interne dell’Australia creerebbe grossi problemi economici per i paesi dell’Asia orientale, che comporterebbero nuovi pericoli per la sicurezza dell’area indo-pacifica.

Lascia un commento

Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!

Accedi

Non sei ancora registrato?

Registrati

I vostri commenti

Per questo articolo non sono presenti commenti.