Cuba alla ricerca di un patrono

02/08/2021

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L’economia cubana è allo sfascio. Il governo ha represso le recenti proteste, ma senza aiuti dall’estero non potrà soddisfare i bisogni della popolazione e la rivolta ricomincerà.

Chi ha interesse ad aiutare Cuba? La sua posizione nel bel mezzo del Golfo del Messico ha grande valore strategico, ma la popolazione è minuscola e ha poche altre risorse oltre al poter essere una base di servizi per il commercio internazionale. Negli ultimi anni la risorsa principale è stata il turismo, che è stato completamente bloccato dalla pandemia di COVID.

A sostenere l’economia cubana sono stati attraverso i secoli prima gli Spagnoli, poi gli Stati Uniti, quindi l’Unione Sovietica, il Venezuela e la Russia. Oggi sostenere Cuba è molto costoso, perché l’isola ha bisogno di ricostruire tutte le infrastrutture e di importare beni basilari come l’energia, il cibo, le medicine. Soltanto per queste tre voci occorrono quasi sette miliardi di dollari l’anno. Il budget statale è in perdita di circa il 20% nonostante la drastica riduzione delle importazioni di beni di prima necessità, perciò occorrono circa 10 miliardi di dollari l’anno soltanto per mantenere lo status quo. Ma occorrono anche investimenti in infrastrutture basilari: strade, porti, trasporti.

Soltanto gli Stati Uniti, il Messico, il Brasile e la Cina potrebbero trarre benefici economici e/o militari di lungo periodo dal ‘comprarsi’ l’egemonia su Cuba. Fra questi, soltanto gli USA e la Cina avrebbero le risorse per sostenerne a lungo il costo.

Avere un piede a Cuba e farne la spina nel fianco degli USA è l’obiettivo anche di paesi come la Russia e l’Iran, che però non potrebbero sostenere il costo di mantenere a lungo i Cubani, soprattutto affrontando le sanzioni degli USA e dei suoi alleati. Entrambi questi paesi faranno il possibile per mantenere un piede nell’isola e far propaganda politica fra la popolazione, ma questo non salverà né l’economia né il governo cubano. Da 60 anni la Russia fornisce a Cuba energia, intelligence, armi tradizionali, ma non va oltre.

La Cina è tutto un altro discorso. La rete di telecomunicazioni cubana già dipende da aziende cinesi. Costruire però grandi infrastrutture e costruire una presenza cinese importante a Cuba scatenerebbe sicuramente la reazione degli USA, come avvenne nel 1962, quando gli USA mostrarono di essere pronti alla guerra se i Russi avessero impiantato una loro base missilistica a Cuba − e la Russia fece marcia indietro.

Se la Cina si farà avanti davvero, significherà che è pronta ad alzare il livello dello scontro con gli USA, ma è altamente improbabile che questo accada presto

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