Le complessità della democrazia

18/05/2021

Come dar voce agli interessi di tutti i cittadini? In un grande stato moderno i cittadini hanno interessi molto diversi e tutti hanno il diritto di esprimerli, di essere ascoltati con rispetto e di essere rappresentati negli organi che fanno le leggi. Le leggi più controverse sono quelle che stabiliscono quante tasse deve pagare ogni cittadino, chi decide come vengono spesi i soldi raccolti con le tasse, chi controlla che i soldi siano effettivamente spesi bene e non vengano rubati.

Persino in una stessa famiglia allargata, che abbia molti cugini e molti cognati, alcuni membri possono vivere in montagna e avere un impianto sciistico, altri vivere in campagna e avere coltivazioni di cereali, altri vivere in città ed essere impiegati o operai di una grande fabbrica di automobili, altri ancora vivere in città e suonare uno strumento in una orchestra, altri insegnare alle scuole medie, o avere un negozio di detersivi…. Ognuno di loro vorrà che i soldi raccolti dallo stato tramite le tasse vengano spesi con diverse priorità: chi per sovvenzionare i teatri e la cultura, chi per agevolare il turismo sportivo, chi per la cassa integrazione e le pensioni, chi per migliorare gli impianti di irrigazione e il trasporto dei prodotti … Come ascoltare tutti? A chi dare più retta? Come suddividere le risorse?

Per capire il più possibile le diverse necessità e le diverse richieste si eleggono dei rappresentanti locali per decidere come spendere le risorse per i servizi di ogni diversa città; si eleggono altri rappresentanti locali per decidere come spendere un’altra parte di risorse per ogni diversa regione, si eleggono rappresentanti nazionali per decidere come spendere il resto delle risorse per servizi ugualmente utili a tutti, come la sicurezza pubblica, la giustizia e la difesa. Inoltre ad ogni elezione partecipano candidati raggruppati in partiti diversi, ognuno dei quali rappresenta gruppi diversi che hanno interessi e opinioni diverse. In questo modo si tenta di dare voce a tutti i gruppi che hanno interessi e opinioni diverse in diverse parti del paese.

Ciò nonostante dimostrazioni e proteste sono frequenti in ogni democrazia, da parte di gruppi che si sentono poco ascoltati e poco influenti. In periodi di crisi dimostrazioni e proteste si moltiplicano e incattiviscono, pare che il paese si spacchi, ma di solito dopo una o due nuove elezioni si arriva a trovare un nuovo equilibrio. Fino ad oggi per lo meno è successo così in tutte le democrazie.

Non esistono due sistemi democratici perfettamente uguali. Sono tutti un po’ diversi fra loro, fermo restando il principio che le leggi sono fatte soltanto da rappresentanti eletti direttamente dal popolo, e che tutto il popolo deve avere il diritto non soltanto di votare, ma anche di creare partiti e presentarsi alle elezioni liberamente, senza dover richiedere autorizzazioni. Se la creazione dei partiti non è libera e se non tutti i cittadini sono liberi di candidarsi alle elezioni, la democrazia è soltanto apparente. Così succede in Cina, in Iran o in Russia.

Inoltre tutte le democrazie mantengono la separazione dei tre poteri di base, cioè il potere di approvare le leggi, il potere di governare la realtà nel rispetto delle leggi e il potere di giudicare chi viola la legge e applicare le pene previste dalla legge stessa. La separazione dei poteri significa che ci sono tre organizzazioni diverse con persone diverse, che in nessun modo dipendono l’una dall’altra nel loro lavoro, ma tutte dipendono dalla legge.

Peraltro le democrazie hanno elaborato sistemi elettorali e sistemi di rappresentanza diversi nell’arco della loro storia. Alcuni paesi eleggono direttamente il Capo del governo, che è anche Capo di stato, cioè rappresentante della nazione con poteri di guerra. In altri stati il capo del governo viene scelto o approvato dal Parlamento. Così avviene in Italia, anche se la nomina ufficiale avviene tramite il Presidente della Repubblica.

Il Capo di stato, cioè il rappresentante della nazione, è nella maggior parte delle democrazie una persona diversa dal Capo del governo. In Italia il rappresentate della nazione dotato di questi poteri è eletto non dal popolo ma dal Parlamento, ed è il Presidente della Repubblica. In Francia invece il Presidente è eletto direttamente dai cittadini. In Inghilterra, Danimarca, Svezia o Spagna un re o una regina rappresenta la nazione, ma non ha altri poteri. 

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