Hubris, il prossimo libro di George Friedman

11/11/2019

In un articolo del 31 ottobre per Geopolitical Futures George Friedman annuncia che sta scrivendo un libro dal titolo Hubris, di cui anticipa qualche riflessione.

Quando gli Europei si avventurarono sul vasto nulla dell’oceano, ne vennero profondamente cambiati, non soltanto perché scoprirono nuove terre, né per il fatto di andare verso l’ignoto, ma perché si trovarono in una realtà che non presentava nessun punto di riferimento, né vi si potevano applicare le leggi conosciute della vita umana. Si ritrovarono in mezzo all’Atlantico sapendo di avere soltanto due possibilità: continuare ad avanzare o lasciarsi morire. Questo cambiò la loro umanità, dando loro la consapevolezza di esistere nell’incontrollabile nulla.

Quel nulla ovviamente divenne poi ambiente di affari e di guerra, che ancora sopraffaceva coloro che vi si avventuravano. Ma il senso di quell’assoluta solitudine, in cui soltanto dio era presente, scomparve. Ci fu invece la conquista spagnola, poi la reale marina britannica, quindi il Boeing 707, e quella solitudine assoluta divenne un ambiente umano comprensibile. Gli oceani non furono più esperienza metafisica, divennero esperienza geografica.

Ma il frutto di quell’esperienza rimase. Gli oceani avevano rivelato all’uomo la solitudine profonda dell’animo umano, ma anche l’inevitabilità del passaggio dalla solitudine metafisica alla vita sociale, e che quel passaggio avviene in base alla geografia e alla politica, cioè in base alla posizione di ogni uomo nello spazio e nella comunità umana. In altre parole, in base alla geopolitica, termine che venne per l’appunto inventato allora. La geopolitica incorpora non soltanto la geografia e la politica, ma anche la consapevolezza della possibile solitudine abissale dell’uomo: la solitudine del nulla e della guerra. Anche in guerra ogni uomo si inoltra verso l’ignoto con i compagni a fianco, poi arriva il momento in cui è solo in un oceano di violenza cieca che vuole il suo annientamento, con due sole possibilità: avanzare alla cieca o lasciarsi uccidere.

Con l’esplorazione e la colonizzazione dello spazio I’uomo oggi si avventura in una solitudine più profonda e più aliena dell’oceano, una solitudine in cui non esiste neppure più il suono. In questa solitudine ogni astronauta si avventura a favore della comunità che gli rende possibile il viaggio. Lo sostiene la tecnica, lo guida la razionalità, ma quando si ritrova solo nel nulla assoluto la sua anima viene trasformata e soltanto la filosofia può dargli la forza di continuare. Il libro che Friedman sta scrivendo è sulla colonizzazione dello spazio, avventura ancor più solitaria e terrificante di quella sugli oceani, e sulle future guerre stellari, negli spazi in cui un tempo vivevano gli Dei. Per questo si intitolerà Hubris

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