Il tentativo di forgiare un’identità nazionale saudita

20/03/2019

L’Arabia Saudita, come gli altri stati arabi della regione, è più una confederazione di tribù e di sette che una nazione. Questo rende sempre instabile il potere centrale, che deve ricorrere molto sia alle blandizie (ad esempio nella condivisione dei proventi del petrolio) sia alla dura repressione.

L’Arabia Saudita ha dato avvio al grande progetto di trasformazione della società per forgiare la nazione. Le persone lavoreranno insieme in progetti comuni con obiettivi condivisi, sviluppando solidarietà intertribali e interreligiose, senso di appartenenza a una nazione moderna, che ha valori condivisi abbastanza forti da superare le tradizionali divisioni interne. Ma la riuscita del progetto è tutt’altro che scontata.

L’economia del paese deve essere trasformata, perché la rendita del petrolio non è più sufficiente e garantire li futuro, e la trasformazione sociale deve accompagnare e assecondare la trasformazione dell’economia. Questo significa trasformare la vita di tutti i cittadini, far loro assumere abitudini quotidiane diverse. Significa abituarli a lavorare, in primo luogo, dopo decenni di dipendenza dai sussidi garantiti dallo stato grazie alla rendita del petrolio. Lavorare significa imparare a essere produttivi e a competere sulla base di ciò che si fa, non di ciò che si è per nascita, per famiglia. Si tratta di una rivoluzione culturale e sociale, imposta e gestita dall’alto, paragonabile per difficoltà al tentativo sovietico e maoista (o a quello hitleriano) di creare ‘l’uomo nuovo’.

Cambiare la società e costruire uno stato solidale significa anche imporre tasse a una popolazione che sino a oggi non ha mai pagato nessuna tassa, neppure sui consumi, ma ha ricevuto dallo stato soltanto benefici e sussidi. Questo crea immediata scontentezza di massa, perciò per ora le nuove tasse sono state controbilanciate da… nuovi sussidi, per calmare gli animi di larga parte della popolazione e prevenire rischi per la monarchia.

Molto più facile è alimentare sentimenti nazionalistici, basati sull’orgoglio di bandiera, anche attraverso le competizioni sportive e lo sfarzo delle istituzioni pubbliche, incluse quelle culturali. In questo campo lo sviluppo del nazionalismo saudita ha fatto immediati passi avanti, è già visibile nelle competizioni pubbliche. Lo si vede anche negli altri paesi del Golfo, ognuno dei quali sta sviluppando una tifoseria nazionale. Ma non è una forza che spinge alla collaborazione, è anzi una forza che potrebbe essere utilizzata per opporsi alle deviazioni di rotta volute dal governo centrale.

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