George Friedman parla della sua formazione

09/10/2018

George Friedman è uno dei massimi esperti di geopolitica al mondo. È stato consulente del Pentagono e di diversi presidenti americani. Dopo i 70 anni ha fondato alcune società di informazione e consulenza le cui newsletter sono, secondo noi, molto più interessanti e più utili per capire gli avvenimenti delle altre decine di pubblicazioni internazionali, di tipo accademico o istituzionale, cui siamo abbonati. Ci paiono le uniche davvero rilevanti per capire la logica degli avvenimenti nel loro svolgersi e prevederne i possibili risultati a medio termine. Tutte le altre pubblicazioni mirano a sostenere alcuni principi o alcuni interessi ovviamente di parte, oppure esprimono valutazioni morali degli avvenimenti su base ideologica e/o in base alla normativa dell’ONU.

Friedman è un ebreo ungherese la cui famiglia riuscì a raggiungere gli USA nel 1956, sfuggendo anche ai sovietici dopo esser riuscita a sfuggire ai nazisti. Ecco che cosa ha scritto recentemente sulla sua formazione (Geopolitical Futures del primo ottobre 2018):

‘Per capire il mondo bisogna studiarlo. Quando andai al college (fine anni ’60) i campus erano dominati dalla Nuova Sinistra, per lo meno lo era il campus del City College di New York. Non riuscivo a identificarmi con gli altri studenti, per quanto mi trovassi bene alle loro feste. Sembravano genuinamente convinti che il governo americano fosse il maggiore pericolo per il mondo intero. Essendo scappato dall’Unione Sovietica, consideravo i miei compagni degli illusi, oltre che mentalmente troppo pigri per porsi dei dubbi.

I professori tenevano lezione su come il mondo sarebbe dovuto essere, senza aver idee chiare su come fosse davvero. Fu allora che capii che cosa è un’ideologia. Abbracciare un’ideologia in un paese potente come gli USA era un lusso che ci si poteva permettere a poco prezzo. Ma ai miei occhi l’Unione Sovietica appariva mostruosa proprio per la sua ideologia. Concentrai allora i miei studi sulla filosofia, alla ricerca delle radici del marxismo e del fascismo, e studiai a fondo la storia dell’Unione Sovietica. Più studiavo, più capivo che la filosofia tedesca non c’entrava nulla. L’Unione Sovietica non aveva molto a che vedere con la teoria di Marx. Appena i bolscevichi avevano preso il potere e fatto pace con la Germania, avevano iniziato a comportarsi esattamente come il precedente Impero Zarista. Non avevano invaso l’Ungheria per portarvi un’equa distribuzione della ricchezza, ma per usarla come zona cuscinetto fra Russia ed Europa, e non l’avrebbero mai lasciata. A determinare le loro azioni era la geopolitica, appena raggiunto il potere la geopolitica aveva reso obsoleta l’ideologia. Non perché i bolscevichi fossero ipocriti, ma perché la realtà della geopolitica travolge l’ideologia, sempre. L’ideologia è un’illusione di breve durata, il potere è la realtà permanente.

Essere consapevoli di chi può essere il futuro nemico e capirne le mosse, qualunque sia la sua ideologia, è essenziale sempre, in qualunque periodo storico. Ma per prevedere i pericoli futuri occorre conoscere la realtà di oggi, senza infingimenti idealistici’.

Noi proviamo a farlo. Per lo meno cerchiamo di ricapitolare la storia passata alla ricerca delle costanti geopolitiche, cioè delle costanti di fondo nel superficialmente variabile intreccio di interessi e di poteri, e suscitare dubbi.

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