Le due Coree: il sentiero è obbligato, ma arduo per Seul

04/05/2018

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Per decenni la Corea del Nord ha minacciato guerra, ha sviluppato e disseminato armi sempre più potenti, ogni tanto ha attaccato qualche malcapitato gruppetto di persone nelle acque accanto al confine o nella zona demilitarizzata lungo il confine. A che scopo? Per mettere paura alla Corea del Sud, allarmare gli altri vicini e portarli al tavolo delle trattative ed esigere un’ondata di aiuti economici, qualche possibilità in più di commercio e molto prestigio all’interno per il dittatore di turno, sempre della dinastia dei Kim.

Ora però il gioco è arrivato al suo limite: quale maggiore minaccia potrebbe lanciare la Corea al mondo, dopo aver dimostrato non soltanto di avere la bomba atomica, ma anche i missili intercontinentali capaci di portarla a destinazione con precisione? Se lanciasse davvero un attacco missilistico su obiettivi importanti per la comunità internazionale sarebbe la sua fine, perché gli USA risponderebbero di certo, fino all’abbattimento del dittatore e dei suoi fedeli.

Ora il gioco di Kim deve cambiare: dovrà negoziare con astuzia e imprevedibilità il disarmo nucleare della penisola per mantenere invece la sua grande superiorità nel posizionamento tattico lungo la frontiera e spingere la Corea del Sud a concedere il massimo possibile e tollerabile, pur di arrivare alla normalizzazione dei rapporti.

Presto USA e Cina, le due grandi potenze, potranno compiacersi del loro grande successo nel facilitare la pace e il riavvicinamento fra le due Coree. Entrambe le potenze faranno una gran bella figura, mentre per il governo del Sud inizierà un lungo difficilissimo cammino negoziale, faccia a faccia con un ‘fratello’ del nord che ha migliaia di bocche di cannone costantemente puntate contro la sua capitale e la sua zona industriale. 

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