Putin e la Russia
L’opinione di George Friedman di Geopolitical Futures

21/03/2018

Vladimir Putin è stato rieletto presidente. L’illusione dell’Occidente che con la fine del comunismo la Russia divenisse una repubblica democratica di stampo europeo è andata delusa, ma non poteva essere altrimenti. La Russia è una realtà geopolitica e storica diversa da quella degli altri stati europei, non sarà mai simile all’Italia o alla Francia, neppure al Canada.

La Russia è una potenza di terra i cui accessi al mare aperto o sono bloccati dai ghiacci o sono facilmente bloccati da nemici anche di poco conto, perché passano attraverso strettoie terrestri (chokepoint). Questi (difficoltosi) accessi al mare sono anche lontani migliaia di chilometri dal cuore economico, sociale e politico dello stato. La vita dei popoli rinchiusi nelle loro terre (per quanto vastissime) è sempre più dura e più disciplinata della vita dei popoli che hanno facile e diretto accesso al mare aperto e forgia caratteri capaci di sacrifici e fatiche che altri non sopportano. È la differenza che già Tucidide descriveva fra il carattere di Sparta e il carattere di Atene.

Lo stato russo resistette alle difficoltà che spezzarono gli altri stati europei ai tempi di Napoleone e ai tempi di Hitler, proprio perché il potere russo è sempre stato fortemente centralizzato e gestito attraverso servizi di sicurezza molto organizzati e diffusi capillarmente su tutto il territorio. Inoltre il popolo russo è capace di sopportare fatiche che spezzerebbero chiunque altro. Un territorio così vasto, così diversificato e così poco popolato come la Russia, che si estende dalla Polonia all’Alaska, può esser governato soltanto col pugno di ferro, con la sorveglianza continua e con grandi sacrifici, altrimenti si spezza e si divide in tanti territori indipendenti, che vengono invasi dai tanti popoli ai confini.

Perciò o la Russia si dissolve in tanti stati diversi, oppure dopo ogni rivoluzione e ogni guerra torna a essere un colosso governato col pugno di ferro da un forte potere centrale. I Russi lo sanno, lo capiscono, perciò ricercano e apprezzano sempre un autocrate capace, gli si affidano volentieri. Cercano leader che sappiano affrontare con forza i possibili nemici esterni per proteggere la Russia da invasioni e guerre, che sappia prevenire o soffocare le divisioni interne per evitare che il paese si frammenti. Leader che non mostrino né debolezze né paure, perché l’apparenza della debolezza e della paura è più pericolosa della debolezza effettiva. Leader che sappiano bluffare e vincere. Perché la Russia è una realtà fragile da un punto di vista geografico: troppo estesa, troppo fredda, troppo poco popolata, priva di confini naturali sicuri. I Russi hanno bisogno di grande forza fisica e psichica e di capacità di sacrificio soltanto per dominare la loro geografia. Per questo al loro interno si formano e vincono leader come Stalin o come Putin, che a noi possono non piacere affatto, ma che i Russi ammirano e seguono con gratitudine.

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