Nigeria, è guerra fra pastori e agricoltori

06/12/2017

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Nelle ultime due settimane in più regioni della Nigeria (mappa a lato) si sono intensificati gli ormai abituali scontri fra pastori Fulani nomadi e agricoltori stanziali. Nello stato di Oyo 15 contadini sono stati attaccati a colpi di machete, perché avrebbero deliberatamente ucciso 15 buoi dei Fulani, avvelenando i tuberi di cui sono ghiotti. I capi del villaggio contadino non sopportano che i Fulani pascolino i loro buoi ovunque, anche sui terreni di loro proprietà, anche in campi faticosamente coltivati.

Episodi del genere sono diventati molto frequenti negli ultimi anni. I contadini si armano contro i Fulani, che reagiscono armandosi a loro volta. La questione è incattivita e complicata dal fatto che contadini e pastori sono non soltanto di tribù diverse, ma anche di religioni diverse. Nel 2007 nello stato di Adamawa i contadini cristiani della tribù Bachama attaccarono a colpi di machete i pastori Fulani musulmani e incendiarono il loro accampamento, uccidendo 27 persone. I Bachama sostengono che si è trattato di una ritorsione per l’uccisione del loro capo villaggio Pwagrayi Ezekiel. In molti altri villaggi avvengono frequentemente scontri, spesso mortali, attorno all’acqua dove le bestie di abbeverano e gli agricoltori pescano.

Il governo è assente, non interviene né con provvedimenti né con forze di sicurezza né con altre iniziative per sedare lo scontro, non provvede né a chiarire né a far rispettare i diritti di coltivazione e di pascolo. Spesso agli attacchi non segue nessuna indagine e nessun arresto. I contadini si stanno armando in tutti i villaggi sulle sponde del Niger, perciò la situazione rischia di degenerare. Senza protezione né coercizione da parte del governo centrale, contadini e pastori tendono a farsi giustizia da soli.

Alcune amministrazioni locali hanno approvato regolamenti che proibiscono il pascolo libero, ma la Gan Allah Fulani Development Association of Nigeria (GAFDAN) ha avvertito che i Fulani non accetteranno la proibizione (né gravi restrizioni) di pascolo nelle provincie di Benue, Ekiti, Plateau e Taraba.

L’allevamento è un’impresa economica come altre, che deve essere regolata da leggi, rispettare confini. Ma i Fulana sono nomadi e considerano le limitazioni al pascolo come limitazioni alla loro libertà personale e alle loro tradizioni. Sotto amministrazione inglese, cioè fino al 1960, i pastori pagavano una tassa per pascolare sui terreni, allora quasi tutti demaniali e incolti, ma la tassa fu abolita dopo l’indipendenza. 

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