La tradizione guerriera dei Sauditi e lo Yemen

11/11/2017

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La creazione del Regno saudita è una storia di conquiste guerriere, di territori conquistati, persi e riconquistati. A metà del XVIII secolo il predicatore Muhammad ibn Abd al-Wahhab si alleò con la tribù guerriera di Muhammad ibn Saud per costruire il Regno del vero Islam. Nel 1793 i Sauditi invasero il Kuwait, nel 1799 il territorio che oggi è degli Emirati, nel 1801 attaccarono Karbala nell’attuale Iraq e tennero per un breve periodo anche Bassora e Jeddah. Nel 1818 il regno saudita fu sconfitto dagli Egiziani, ma risorse più forte 100 anni dopo. Nel 1920 i Sauditi tolsero l’Hejaz e le città sante islamiche al regno degli Hashemiti, negli anni seguenti conquistarono larghe parti dello Yemen. Il re Abdulaziz ibn Saud pensava che il controllo dello Yemen fosse la prima necessità strategica dell’Arabia Saudita.

Nel 1962 una ribellione depose il re dello Yemen e diede avvio a una guerra civile che durò otto anni, in cui i Sauditi sostennero la fazione realista. I Sauditi mantennero una notevole influenza sulla politica yemenita dopo la fine della guerra civile tramite il sostegno prestato al partito islamista Islah, affiliato alla Fratellanza Musulmana.

Un altro movimento islamista, quello degli Huthi, si sviluppò nello stesso periodo fra la popolazione sciita dello Yemen e dell’Arabia. Predicava la tolleranza e la coesistenza pacifica, ma nel 2009 passò all’attacco conquistando una zona montagnosa dell’Arabia Saudita, nella regione di Jizan. I Sauditi ritennero che la guerra sarebbe stata inevitabile. L’occasione si presentò nel 2011 con la ribellione contro il governo yemenita in carica. I Sauditi accorsero in suo aiuto, ma a settembre 2014 gli Huthi conquistarono la capitale Sanaa e vollero cambiare la natura dello stato, facendone una repubblica. Il sostegno dell’Iran agli Huthi era particolarmente preoccupante per gli arabi sunniti. I Sauditi crearono una coalizione per combattere in Yemen con Emirati, Qatar, Kuwait, Bahrain, Egitto, Sudan, Marocco, Giordania e Pakistan, ma la coalizione non funzionò mai davvero: gli altri paesi non avevano interessi propri da proteggere in Yemen, oltre a evitare che lo stretto di Bab al-Mandeb cadesse in mani potenzialmente ostili. 

Così ora i Sauditi si trovano invischiati da sei anni in una guerra che non riescono a vincere in Yemen, e non sanno come uscirne. Pochi giorni fa un missile iraniano lanciato dagli Huthi ha raggiunto l’aeroporto della capitale saudita, segno che il pericolo aumenta. Le mosse recenti fanno pensare che il re Salman e il suo governo sperino di trasformare le guerre locali del Medio Oriente in una guerra generale degli arabi sunniti contro i gruppi sostenuti dall’Iran in Yemen, in Libano, forse in Iraq. 

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