La strana alleanza

16/10/2017

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Nella prima settimana di ottobre il presidente Recep Tayyip Erdogan si è recato in Iran, storico avversario regionale della Turchia, in visita ufficiale. Alla conferenza stampa dopo l’incontro il presidente iraniano Hassan Rouhani ha dichiarato che Turchia, Iran e Iraq lavoreranno insieme per assicurare che i confini politici regionali non vengano modificati. Il giorno seguente il portavoce del Ministro degli Esteri iracheno ha ufficialmente chiesto a Iran e Turchia di chiudere le frontiere e ogni tipo di transazione con la regione curda dell’Iraq, dopo che i Curdi hanno votato in favore dell’indipendenza. Il disordine in Iraq ha raggiunto tali livelli che Baghdad chiede l’aiuto di Turchia e Iran per controllare la propria popolazione curda! Che questi tre paesi possano fare davvero causa comune è poco credibile. Iran, Turchia e Iraq hanno caratteristiche religiose, etniche e storiche diverse, che continueranno a incidere sui loro rapporti. 

La popolazione della Turchia è in maggioranza di etnia turca e di religione sunnita. Una delle minoranze più corpose è quella curda, che politicamente sostiene il movimento PKK, di matrice marxista-leninista, che ha le sue basi sulle montagne a nord dell’Iraq, da cui compie frequentemente attentati contro l’esercito in Turchia. Il governo turco ha sempre avuto una posizione dura nei confronti dei Curdi.

L’Iran ha una popolazione di etnia persiana e religione sciita, con una grossa minoranza curda di religione per lo più sunnita. Anche l’Iran è storicamente duro nei confronti delle minoranze.

L’Iraq, infine, è un paese a maggioranza araba, divisa fra sciiti e sunniti, con una grossa minoranza curda cui la Costituzione del 2005 ha concesso una certa autonomia, con l’istituzione della Regione Autonoma del Kurdistan. La fede religiosa maggiormente professata in Iraq è l’islam sciita.

Turchia e Iraq si sono scontrati spesso negli ultimi anni proprio a proposito dei Curdi. A dicembre del 2015 i Turchi hanno mandato truppe sul suolo iracheno senza l’autorizzazione del governo, per addestrare i Peshmerga curdi nella lotta contro l’ISIS. La Turchia, inoltre, bombarda regolarmente i combattenti del PKK nel nord dell’Iraq, senza permesso dalle autorità irachene. Ora la Turchia annuncia di voler difendere l’integrità territoriale irachena, che viola regolarmente!

Anche Turchia e Iran sono strani alleati. In quanto discendenti l’uno dell’Impero Ottomano e l’altro dell’impero Persiano, i due paesi aspirano entrambi a un ruolo egemone. I loro interessi di lungo periodo sono contrastanti. Nella guerra civile siriana, per esempio, la Turchia si è opposta al regime di Assad finanziando i gruppi ribelli fin dall’inizio della guerra, mentre l’Iran è sempre stato il principale alleato di Assad, il quale ha un ruolo critico per la strategia iraniana che mira ad aprirsi un accesso al Mediterraneo.

Le relazioni tra Iran e Iraq sono ancora più complesse. Da un lato l’Iran sciita ha sviluppato una stretta collaborazione con Baghdad fin dalla caduta del regime sunnita di Saddam Hussein, che invece opprimeva la maggioranza sciita del paese. D’altro lato esiste una forte ostilità storica fra Arabi e Persiani.

Il governo iracheno a Baghdad non vuole che il paese si frantumi e che il Kurdistan diventi indipendente; Turchia e Iran non vogliono la nascita di uno Stato indipendente curdo, che potrebbe spingere anche le loro minoranze curde a chiedere l’indipendenza. Questo ha portato alla strana alleanza fra i tre paesi. La collaborazione fra Turchi e Iraniani, se davvero funzionasse, cambierebbe tutti gli equilibri regionali, ma non può essere che occasionale, di natura tattica. Potrebbe tuttavia rimodellare temporaneamente l’equilibrio di potere nella regione.

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