Perché gli stati arabi temono i Fratelli Musulmani e isolano il Qatar?

23/06/2017

Stupisce che l’Arabia Saudita, l’Egitto e altri stati arabi si siano coalizzati nella condanna e nel boicottaggio del Qatar, piccolo stato arabo ‘fratello’ che fa parte della Consiglio di Cooperazione del Golfo e dalla Lega Araba. Il motivo principale è di natura politico-ideologica: il Qatar sostiene la Fratellanza Musulmana e influenza l’opinione pubblica del mondo arabo attraverso il suo canale satellitare al Jazeera. Il Qatar usa questo soft power (potere ideologico e culturale) in modi che dispiacciono agli stati arabi sunniti e che invece aprono al Qatar possibilità di dialogo e collaborazione con la Turchia, governata dai Fratelli Musulmani, e con l’Iran sciita. 

Qatar, Iran e Turchia condividono un interesse di fondo: accordarsi per costruire un gasdotto che porti in Europa, attraverso il territorio turco, il gas naturale dal giacimento più grande del mondo, quello di South Pars/North Dome, condiviso fra Qatar e Iran. Fra il 2000 e il 2009 il Qatar aveva sviluppato e proposto un progetto di gasdotto di 1500 chilometri (dal costo di 10 miliardi di dollari) che attraversasse Arabia Saudita, Giordania, Siria e Turchia, ma Assad aveva infine rifiutato di firmarlo perché ledeva gli interessi dei Russi, attuali fornitori di gas all’Europa e grandi protettori di Assad. Il progetto non era piaciuto neppure all’Arabia Saudita perché avrebbe dato all’Iran, tradizionalmente il paese più temuto dai Sauditi, la possibilità di utilizzare il gasdotto per divenire un grande fornitore di energia all’Europa. L’Iran da parte sua potrebbe realizzare un gasdotto passando attraverso l’Iraq e la Siria, e coinvolgere nel progetto anche il piccolo Qatar, facendone un alleato. 

La Fratellanza Musulmana è un’organizzazione gerarchica di comprovata efficienza che si pone come legittimata ad assumere sia il potere politico sia il potere religioso nel mondo sunnita, dichiarando illegittimi ed eretici i governi di tutti gli stati sunniti attualmente esistenti

Per capire la pericolosità dei Fratelli Musulmani, sostenuti dal Qatar, dobbiamo capire un presupposto: il mondo islamico non conosce il concetto di laicità così come lo intendiamo noi. Per noi la religione è una questione che riguarda la sfera privata e personale della vita, non la vita politica e sociale. Ne consegue che, ad esempio, non chiediamo l’appartenenza religiosa per dare accesso alle scuole o a incarichi pubblici o a servizi sociali, che consideriamo una grave scorrettezza la possibile interferenza delle gerarchie ecclesiastiche nella politica, che non scriviamo l’appartenenza religiosa dei cittadini su nessun documento di identità. Questo concetto di laicità è condiviso soltanto da un pugno di intellettuali islamici molto occidentalizzati, ma è estranea alla cultura delle popolazioni islamiche, per le quali la legge islamica (sha’aria) deve essere indiscutibilmente la base della politica e delle leggi di uno stato che venga percepito come legittimo. Per gli Islamici i ‘laici’ sono coloro per cui è legittimo che il potere venga esercitato da persone che non sono anche capi religiosi, ma sono capi militari, capi tribù, discendenti della famiglia del Profeta o politici eletti dal popolo. In Iran ad esempio prima della conquista del potere da parte degli ayatollah regnava un re (shah), il quale non era un capo religioso. Le leggi del regno si ispiravano alla sha’aria, lo shah era anche difensore della fede, ma lo shah e i suoi ministri erano ‘laici’, non erano giuristi religiosi. Così è ancora oggi in Indonesia, in Pakistan, in Giordania, in tutte le repubbliche e monarchie del mondo islamico, ma non più in Iran. Dopo la rivoluzione degli ayatollah (giuristi islamici), in Iran il capo politico supremo non viene eletto dai cittadini, ma è nominato dai giuristi islamici, dai religiosi che lo scelgono come loro capo. Il capo della gerarchia religiosa diventa così il capo supremo dello stato, con poteri superiori a quelli di qualunque politico eletto dai cittadini. È come se da noi il capo dello stato fosse di diritto il Papa, eletto dai cardinali. L’Iran non è una repubblica islamica come le altre, è una teocrazia, cioè uno stato in cui il diritto al potere politico è dei capi religiosi sciiti. Nel mondo sunnita invece non esiste nessuna teocrazia perché non esistono gerarchie religiose. Ci sono centri famosi e influenti per i loro giuristi islamici, ci sono imam altamente apprezzati e rispettati, ma ogni imam e ogni moschea fa da sé, è indipendente. È il potere statale che impone eventualmente norme o limiti all’imam nella gestione della moschea e indirizza verso l’una o l’altra specifica tradizione sunnita.

I Fratelli Musulmani nascono e si sviluppano nel mondo sunnita sostenendo due principi:

1) che i governi hanno allontanato gli stati dal ‘vero’ islam e che bisogna tornare ad applicare la sha’aria delle origini, eliminando ogni ‘inquinamento’ derivato dal contatto con il mondo non islamico. I Fratelli Musulmani si pongono così come i puristi della legge religiosa, coloro che sanno distinguere fra il vero islam e l’islam reso eretico dalla contaminazione con la modernità. Si pongono cioè come organizzazione religiosa;

2) occorre un’organizzazione politica centralizzata per operare all’interno della popolazione, conquistare il potere e gestirlo in modo da far rivivere il ‘vero Islam’. I gruppi ‘moderati’ intendono conquistare il potere tramite le elezioni e lasciare spazio anche ai non islamici che vivono all’interno dello stato. I fondamentalisti e i jihadisti vogliono invece che dallo stato vengano banditi i non Islamici, o che al massimo vengano tollerati in funzioni servili, non come cittadini di diritto. Ma la dottrina religiosa e politica di base dei moderati e dei jihadisti è la stessa.

I Fratelli Musulmani hanno creato ovunque nell’arco dell’ultimo secolo organizzazioni sociali e politiche centralizzate e gerarchiche che operano all’interno delle popolazioni in modo capillare, perché sono anche organizzazioni religiose che gestiscono migliaia di piccole moschee, apertamente o in segreto. Questo rende la Fratellanza estremamente pericolosa: una stessa organizzazione gerarchica di comprovata efficienza si pone come legittimata ad assumere sia il potere politico sia il potere religioso nel mondo sunnita, dichiarando illegittimi ed eretici i governi di tutti gli stati sunniti attualmente esistenti. Non rimane nessun altro spazio di potere legittimo per nessuno, né islamico né di altra religione. Per questo tutti gli stati sunniti mettono al bando i Fratelli Musulmani, eccetto quelli in cui i Fratelli sono già al potere, come la Turchia.

Sappiamo ormai che anche i giovani terroristi jihadisti europei di seconda generazione si sono per lo più radicalizzati in moschee europee gestite da imam della Fratellanza Musulmana. Eppure ancora recentemente il nostro governo ha deciso di mandare nelle carceri italiane imam dell’UCOII (che aderisce al movimento dei Fratelli Musulmani) per provvedere alle necessità spirituali dei detenuti islamici! 

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