La necessaria regolamentazione di internet e dell’industria del digitale

22/05/2017

George Friedman sostiene da anni che l’attuale sistema internet è primitivo e inadatto per funzioni importanti. L’attacco recente tramite ransomware (richieste di riscatto a distanza) a milioni di computer sia di privati sia di grandi aziende, agenzie statali, ospedali, in 150 paesi del mondo, dimostra che ha ragione. Dobbiamo ripensare l’uso di Internet, perché non garantisce neppure un minimo di sicurezza. Miliardi di dollari e di euro si stanno investendo in progetti di future infrastrutture che comunicano fra di loro e si attivano via internet… ma distruggere dati e programmi via internet è un gioco da ragazzi.

L’industria dei computer non ha ancora raggiunto la fase della responsabilità, dice Friedman. I computer sono disegnati per depositare cookies a ogni contatto con un sito, cioè collegamenti pronti ad attivarsi in pochi istanti. Il computer non è disegnato per sapere quali cookies sono sicuri e quali sono criminali o illegittimi. Gli antivirus fanno questo: capire quali chiamate da quali siti sono illegittime o pericolose e vanno bloccate. Ma è una rincorsa continua fra chi modifica i programmi per inviare messaggi illegittimi o criminali e chi li identifica e crea i programmi che li bloccano.

L’industria dei computer non ha nessun incentivo a ripensare i sistemi per renderli sicuri, se non è costretta a farlo. I costi e le difficoltà sono entrambi elevati – perché farlo? L’industria del digitale è nella situazione dell’industria automobilistica degli anni ’50, quando le auto erano prive di quelli che oggi consideriamo sistemi di sicurezza basilari, dalle cinture di sicurezza ai filtri anti-inquinamento. Furono leggi e regolamenti statali a imporre i sistemi di sicurezza all’industria, che puntava invece ad attirare i consumatori con maggiore velocità, design più emozionante, cromature lussuose. La sicurezza non affascina il consumatore, non lo motiva davvero all’acquisto.

L’anonimità è il problema fondamentale nel mondo digitale. Internet è un sistema basato sull’anonimità, perciò i criminali non si riescono mai a identificare, processare e condannare. L’anonimità è strumento di libertà contro sistemi oppressivi, ma è anche strumento di protezione dei criminali. Internet non dà soltanto voce e visibilità globale alle idee e ai prodotti utili, ma anche alle organizzazioni criminali e ai sistemi finanziari digitali globali per raccogliere e gestire i frutti del crimine.

Gli stati dovranno necessariamente imporre controlli e limitazioni a internet nel corso dei prossimi anni e l’industria dei computer ne verrà inevitabilmente colpita.

 

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