Il rapporto dell’ORT sulle attività in Italia (1946-1947)

10/05/2017

L’ORT (acronimo derivato dal russo Obshestvo Remeslenofo zemledelcheskofo Truda, che significa ‘organizzazione per il lavoro artigianale e agricolo’) è un’organizzazione ebraica internazionale fondata nel 1880 a San Pietroburgo per promuovere l’istruzione e la formazione professionale nelle comunità ebraiche sparse nel mondo. Ha sempre proseguito l’attività, riuscendo a operare anche nei ghetti dei paesi sotto occupazione nazista. Il suo apporto fu importantissimo nell’immediato dopoguerra, quando istituì scuole di formazione rivolte principalmente ai profughi rifugiati nei vari DP camp. 

Vi proponiamo alcuni estratti del rapporto delle attività dell’ORT in Italia tra agosto del 1946 e luglio 1947, in cui si menzionano anche Avigliana, Grugliasco e Rivoli. 

 

 

“L’attività dell’ORT in Italia è rivolta quasi esclusivamente agli ospiti dei DP camp e alla cura degli orfani italiani ed ebrei a Roma. Abbiamo iniziato a operare in Italia più tardi rispetto ad altri paesi e gli Ebrei arrivati in Italia sono ancora più impazienti dei loro fratelli che si trovano in Germania o in Austria. I profughi che sono riusciti a raggiungere l’Italia pensano che la loro permanenza sarà molto più breve e quindi sono meno propensi a seguire un percorso di formazione, per breve che sia, alla vita in Palestina (allora sotto mandato britannico, ndt). […] Dopo aver stabilito buoni rapporti con i Ministeri delle Finanze e del Lavoro, anche in Italia è stata creata un’organizzazione ORT. Anche se il Comitato Centrale, sotto la presidenza di Renzo Levi, ha sede in via Savoia 84 a Roma, il centro di gravità delle attività dell’ORT è nell’Italia settentrionale: il Comitato per il Nord Italia si trova a Milano, in via Albania 20, ma il settore per l’agricoltura è a Torino in via Lagrange 47.

 

[…] Il principale obiettivo è quello di favorire l’istruzione;  in base a un accordo con la direzione centrale della Youth-Aliyah [organizzazione ebraica fondata nel 1933 che salvò migliaia di bambini ebrei dalle persecuzioni naziste facendoli emigrare in Palestina, ndt] i ragazzi completano il primo anno di studi in Italia, per continuare poi la formazione in Palestina.

 

[…] La difficoltà di reperire formatori in loco è stata parzialmente superata con l’invio di specialisti dalla Svizzera. Il principale impedimento iniziale è stata la mancanza di locali adeguati in cui svolgere la preparazione.

 

 

[…] La formazione dei giovani

Nel periodo preso in considerazione da questo rapporto, in Italia hanno operato le seguenti scuole e corsi di formazione professionale:

- un laboratorio di falegnameria per 12 ragazzi e uno di meccanica per 17 ragazzi ad Avigliana, quest’ultimo tenuto da uno specialista proveniente dalla Svizzera.  Dato che l’attrezzatura di questa scuola era inadeguata, macchine e strumenti sono stati fatti arrivare in un secondo momento dalla Svizzera. È nostra intenzione creare ad Avigliana anche dei corsi serali per adulti, impiegando gli stessi formatori e le stesse attrezzature.

[Seguono informazioni sulle attività a Selvino e a Roma, ndt].

 

[…] Particolare attenzione va dedicata alla scuola di edilizia a Milano, la prima scuola ebraica di questo tipo in tutta Europa. La scuola ha sezioni per muratori, carpentieri, piastrellisti e produttori di mattoni. Formerà 30 ragazzi ogni 15 settimane. […] La scelta è caduta su Milano perché muratori, carpentieri, piastrellisti e lavoratori edili italiani sono noti in tutto il mondo per la loro bravura. Diversi gruppi sionisti nei vari DP camp in Italia mostrano grande interesse per questa scuola. Gli allievi sono ex contabili, commessi e studenti della Yeshivah [scuola talmudica, ndt]; nonostante le condizioni molto difficili in cui vivono alla Scuola Cadorna, mantengono tutti una buona disciplina nel lavoro. […] In base ad accordi tra la Direzione ORT di Milano e l’AJDC [American Jewish Joint Distribution Committee, organizzazione fondata nel 1914 con lo scopo di fornire aiuto alle comunità ebraiche nel mondo. Tra il 1945 e il 1952  si adoperò principalmente per aiutare i rifugiati nei DP camp in Germania, Austria e Italia, specialmente organizzando la loro emigrazione nella Palestina mandataria e, successivamente, nel neonato Stato di Israele, ndt], gli allievi di questa scuola ricevono razioni supplementari di cibo dalla suddetta organizzazione.

 

 

[…] La formazione degli adulti

Oltre alle già citate scuole per giovani in età scolare, nel periodo preso in considerazione da questo rapporto sono stati attivi in Italia:

- un corso di formazione per meccanici con 31 studenti, uno di lavoro a maglia per 10 persone e uno per la manifattura di biancheria da uomo per 10 studenti, tutti a Grugliasco;

- il centro di formazione professionale di Rivoli, che al momento comprende un laboratorio ben fornito per idraulici con 19 apprendisti, un laboratorio da lattoniere con 9 e una falegnameria con 20.

[Seguono riferimenti a Cremona e al Campo Adriatico, vicino a Milano, ndt].

 

 

[…] Grazie alla collaborazione dell’azienda Olivetti, l’ORT ha inaugurato una scuola per riparatori di macchine da scrivere con 17 alunni a Ivrea, sede della celebre azienda di macchine da scrivere. La scuola è ben equipaggiata, con abbondanza di materiali e strumenti. Oltre ai due esperti meccanici italiani segnalati all’ORT dalla Olivetti e ora impiegati come formatori, l’ORT ha assunto un terzo insegnante che funge anche da interprete. Gli allievi provengono da vari DP camp con il preciso intento di seguire questi corsi. Qui, in un’atmosfera decisamente diversa da quella della vita nei campi, possono dedicarsi interamente alla loro formazione professionale e fanno enormi e rapidi progressi. L’UNRRA [United Nations Relief and Rehabilitation Administration, agenzia delle Nazioni Unite attiva dal 1943 al 1947 per l’assistenza economica e civile alle popolazioni delle Nazioni Unite danneggiate dalla guerra, ndt] si è fatta carico del loro trasferimento a Ivrea e della loro sistemazione.

 

 

[…] I primi diplomi in Italia

I primi esami degli allievi dell’ORT formati in attività artigianali ha avuto luogo a Milano. Come proposto dall’ORT, la nomina degli esaminatori e la valutazione sono stati affidati al Consorzio Provinciale per l’Istruzione Tecnica di Milano.  I primi a essere esaminati sono stati 16 sarti, che hanno superato l’esame con successo. Gli esaminatori hanno elogiato il talento e  le metodologie dei formatori dell’ORT. Tra gli esperti c’era il professor Marangoni, autore del libro di testo sulla sartoria adottato in tutte le scuole italiane.

 

 

[…] Il settore agricolo

Nel campo agricolo è iniziato un lavoro considerevole. Ad Avigliana c’è una scuola agraria per 25 studenti giovani. La scuola possiede 8 ettari di terra con un grande orto e un frutteto. È stato fatto un accordo con i vicini viticoltori per permettere agli allievi di fare esperienza nella viticoltura e un altro, sempre con un vicino, per formarli nel settore dell’apicoltura. La scuola ha un suo caseificio, con 8 tra mucche e vitelli e un pollaio. La scuola è gestita da un agronomo, un giardiniere e un insegnante che tiene le lezioni teoriche. Come in tutte le altre scuole dell’ORT, anche qui si respira un clima di laboriosità e ordine.

A Grugliasco e a Rivoli 125 persone hanno ricevuto una breve formazione in campo agricolo. In un secondo momento anche qui sono stati creati giardini per le esercitazioni, un caseificio e un pollaio.

 

 

[…] La formazione degli insegnanti

In accordo con la Direzione del JDC, a Torino-Lucento si è tenuto un breve corso per gli amministratori dell’Hachsharot [“collettivo sionista” che serviva a preparare i rifugiati al tipo di vita che avrebbero trovato in Israele, ndt]. I 17 partecipanti sono stati formati nella gestione degli orti e dei pollai. Oltre agli agronomi dell’ORT vi ha preso parte il professor Carbone, direttore dell’Istituto Zootecnico Italiano. Nei laboratori di questo istituto gli studenti hanno avuto la possibilità di osservare al microscopio alcuni esperimenti. Grazie a questo corso il kibbutz Nichelino-Vernea è riuscito a estendere di molto l’area coltivata. 30 giovani si stanno formando in orticoltura, preparati con grande meticolosità da un istruttore formatosi grazie ai nostri corsi.

 

 

[…] La realizzazione dell’importante progetto che avevamo per l’Italia è stata ostacolata da una situazione che avevamo sottostimato e che resta poco conosciuta al di fuori dell’Italia. La realtà è che la maggioranza dei rifugiati si lamenta per la fame e ne ha motivo. Come conseguenza della malnutrizione, anche quelli che vogliono lavorare e imparare un mestiere scelgono talvolta vie più facili, rinunciando a lavorare il metallo o il legno per la loro evidente debolezza fisica. Se non troveremo un rimedio a questa situazione, tutti gli sforzi dell’ORT saranno stati vani.

In una delle conferenze, che ha avuto luogo per iniziativa dell’ORT di Milano e alla quale hanno partecipato la direzione locale del JDC, l’UNRRA e i rappresentanti delle varie organizzazioni di rifugiati, questa disastrosa situazione è stata ampiamente dibattuta. L’episodio di Cremona, dove 2 bravissimi allievi del seminario dell’ORT di ebanisteria l’hanno abbandonato e sono diventati spazzini per poter guadagnare quel poco che basta per togliersi la fame, non è purtroppo un caso isolato.

Nel periodo preso in considerazione da questo rapporto in Italia sono state attivi un insieme di 41  centri di formazione e corsi professionali, per un totale di 936 allievi coinvolti. 

 

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