Il nuovo maccartismo

08/05/2017

George Friedman, grande analista di geopolitica e consigliere storico di vari Presidenti americani, il 7 aprile 2017 pubblica su Geopolitical Futures un articolo in cui mette in guardia da quello che chiama il nuovo maccartismo, fenomeno che non riguarda soltanto gli USA. Perciò lo traduciamo.

 

Il senatore Joseph McCarthy creò un regno di terrore nel dare la caccia ai comunisti negli anni ’50. L’Unione Sovietica era allora nelle mani di un maniaco omicida, perciò voler identificare i comunisti per escluderli dal governo non era una presa di posizione assurda. Negare la natura del comunismo sovietico era impossibile, era chiara a tutti. I comunisti dell’epoca sostenevano il male. E poiché entrambe le parti durante la Guerra Fredda avevano reti di spie, era legittimo cercare di scovare possibili spie all’interno del governo. Il problema del maccartismo non fu l’obbiettivo dichiarato, ma quello celato. McCarthy non scovò spie comuniste, ma usò l’accusa di comunismo per screditare e distruggere chi non era d’accordo con lui. Usò il legittimo disprezzo del comunismo per danneggiare i liberali, etichettandoli come comunisti.

Dapprima identificava la persona da distruggere. Poi studiava il suo passato alla ricerca di collegamenti con il comunismo: non prove di adesione al partito comunista, ma frequentazione di gruppi in cui c’erano anche comunisti o che venivano accusati di essere paravento del comunismo. Gruppi di difesa dei diritti civili, ad esempio, venivano definiti comunisti se ne facevano parte anche alcuni ex comunisti. Bastava che un dipendente pubblico avesse contatti con qualche comunista per essere definito comunista o simpatizzante, venir privato di ogni accesso alle informazioni e venir licenziato. Era la fine della carriera.

La procedura seguiva tre fasi: prima un gruppo veniva dichiarato comunista senza prova, poi si cercavano possibili contatti fra il comunismo e il singolo membro del gruppo preso di mira, quindi si dichiarava accertato che il gruppo era comunista. Lo scopo era screditare il gruppo, rovinare il singolo individuo e dimostrare che il governo in carica non sapeva difendere lo stato dai nemici. Il maccartismo finì con lo screditare se stesso con la caccia alle streghe e il danneggiamento indiscriminato di migliaia di persone.

Oggi avviene qualcosa di simile, ma usando l’accusa di fascismo. Si usa la definizione di fascista con estrema facilità per lo stesso scopo: screditare persone le cui idee non combaciano con le nostre e dimostrare che Trump (o leader politici europei) strizzano l’occhio al fascismo.

Il fascismo è un’ideologia politica che sostiene che la volontà della nazione si esprime attraverso un solo uomo e che quell’uomo non deve essere oggetto di rielezione. La sua parola è legge e non richiede ratifiche parlamentari. Il fascismo tacita i dissidenti con l’arresto o persino la morte. Alcuni sistemi fascisti sostengono che la nazione deve essere di sangue puro (Hitler lo sosteneva, Mussolini no) e deve essere purificata anche con lo sterminio di massa, se necessario. Il fascismo sostiene anche che lo stato non deve necessariamente possedere le strutture economiche, ma le deve controllare e indirizzare. Il fascismo ha caratteristiche specifiche ed è legato a un periodo storico specifico.

Se si applicano correttamente i termini ai concetti, oggi nel governo degli USA (e dei paesi europei) non ci sono né comunisti né fascisti. Qualunque riferimento alla dittatura del proletariato o all’incarnazione della nazione in un capo oggi non passerebbe certo inosservato! Ma come McCarthy non specificava che cosa fosse davvero il comunismo, così oggi molti lanciano accuse di fascismo senza chiedersi che cosa è il fascismo: vogliono soltanto distruggere l’avversario facendolo apparire un mostro.

McCarthy ne era consapevole, perciò usava l’espressione ‘simpatizzante comunista’ per indicare l’obiettivo delle sue campagne. Se non trovava prove di connessione al comunismo, usava citazioni da qualche vecchio discorso dell’avversario per accusarlo. Durante la Seconda guerra mondiale gli USA e l’URSS erano stati alleati. Se qualcuno aveva elogiato in un discorso l’eroismo dei Russi in guerra – cosa che molti avevano fatto – McCarthy usava quelle parole per sostenere che la persona era un simpatizzante comunista. Quelli che danno del fascista ai loro rivali usano un metodo simile. Se trovano frasi di tono razzista o antisemita non dicono che quella persona è razzista o antisemita, ma che è fascista – che è cosa diversa. Usano anche l’altra tattica di McCarthy: accusano un gruppo di avere una storia di antisemitismo e filo-nazismo, mostrano che una certa persona ha qualche legame con il gruppo e quindi definiscono la persona antisemita e nazista.

Sebastian Gorka è un esempio acconcio. È un membro del gabinetto Trump che ho incontrato in varie occasioni. Ora è attaccato dai media come antisemita e possibilmente nazista perché porta il distintivo del Vitézi Rend, associazione ungherese creata nel 1920 in onore dei soldati caduti. Secondo gli accusatori, durante la Seconda guerra mondiale l’Associazione era filo-nazista. Ma secondo il Jerusalem Post e Tablet (entrambi pubblicati da Ebrei) non era affatto una associazione filo-nazista, anche se alcuni membri lo erano. Gorka dice di non essere membro dell’Associazione, ma di portare il distintivo in onore della sua famiglia. I suoi rivali ne chiedono le dimissioni.

L’Associazione forse diventò filo-nazista negli anni ’40, o forse no. Si tratta tuttavia di una situazione che risale a settant’anni fa. Che cosa ha a che fare con Sebastian Gorka oggi? L’essenza del maccartismo è identificare un gruppo con una storia molto lunga, che ha avuto molte fasi, scovare qualche rapporto fra una certa persona e quel gruppo, anche a distanza di molti anni, e accusare la persona di credere nelle idee che quel gruppo aveva sostenuto settant’anni prima.

Questo avviene non perché Gorka, o chiunque altro, è o non è antisemita o fascista, ma perché si vuole colpire il gabinetto Trump tramite un suo membro, proprio come McCarthy cercava di colpire i liberali accusandoli di comunismo.

In quanto Ebreo, ritengo che accusare a casaccio le persone di antisemitismo è pericoloso per gli Ebrei. L’uso strumentale e abituale di tale accusa nella lotta politica fa perdere coscienza della pericolosità dell’antisemitismo. È come gridare sempre ‘al lupo, al lupo’. In quanto Americano, penso che accusare a casaccio le persone di fascismo è dannoso, come dannoso fu il maccartismo.

Andando oltre il caso Gorka, che cito soltanto come esempio, mi pare che sia in atto una nuova caccia alle streghe, che rischia di essere altamente nociva alla nazione. 

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