Assad, le armi chimiche, gli USA e la Russia

12/04/2017

Perché Assad ha attaccato la sua stessa gente con le armi chimiche? (Pare certo che l’abbia fatto). Probabilmente per dare un esempio. Dopo anni di guerra civile, nelle regioni riconquistate dall’esercito la popolazione di alcuni villaggi o quartieri cittadini è più che mai ostile ad Assad. Perciò Assad ha voluto mostrare che cosa può accadere a chi, pur non imbracciando apertamente le armi, non accetta di buon grado il suo governo.

Perché i Russi non l’hanno fermato? Probabilmente perché non sapevano le intenzioni di Assad, non avendo il controllo delle azioni sul terreno. Il grande dispiegamento di potenza missilistica russa in Medio Oriente ha dato alla Russia l’immagine di grande potenza con cui occorre fare i conti per definire il futuro assetto della regione, ma non serve a dare ai Russi il controllo degli avvenimenti sul terreno, né a imporre la pacificazione a popolazioni che non la vogliono. È una lezione che gli USA hanno imparato a loro spese in quindici anni di guerre in Afghanistan e in Iraq, che non hanno riportato la stabilità e la pace. Non aver saputo o potuto bloccare l’uso di armi chimiche da parte dell’alleato Assad è uno scacco morale e politico per i Russi, un’umiliazione sul palcoscenico mondiale.

Perché Trump ha ordinato il lancio di 60 missili dal Mediterraneo per ‘punire’ Assad? Per dimostrare la grande potenza degli USA e il loro impegno al servizio delle buone cause, nonché per far fare ai Russi un’altra brutta figura. Si è trattato di un altro grande spettacolo per l’opinione pubblica internazionale, analogo a quello dei Russi lo scorso dicembre. Ma né l’uno né l’altro cambiano la realtà sul terreno in Siria.

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