Introduzione al dossier DP Camp e rinascita del popolo ebraico

06/04/2017

Pochi degli Ebrei sopravvissuti alla Shoah in Germania e in Europa orientale poterono tornare alle loro case, ormai occupate dai vicini o da collaborazionisti che non si aspettavano di vederli tornare e che li accolsero con rinnovata ostilità, persino con altri massacri (come a Kielce, nel 1946). Erano giovani o giovanissimi, sopravvissuti nascondendosi e fuggendo sempre, o fortunosamente scampati alle camere a gas. Erano soli e affamati, abituati ad aver paura del prossimo. Finirono col raccogliersi in Campi per Dispersi e Profughi aperti in tutta Europa, gestiti dapprima dagli eserciti delle potenze vincitrici, poi da istituzioni sovranazionali. La storia di questi profughi è ancora quasi sconosciuta alla maggioranza dei non specialisti, ma è di grandissimo interesse psicologico, sociologico, antropologico. Dovrebbe essere al centro dell’attenzione delle scuole per il Giorno della Memoria, perché se ne ricavano lezioni morali e politiche per il presente e per il futuro.

Nei DP Camp gli Ebrei venivano non soltanto ospitati, ma aiutati a trovare un paese di accoglienza e la possibilità di una nuova vita. E la vita riprese, già in quei Campi che molti ricordarono come luoghi che offrirono il primo momento di protezione e di relativa calma.  ‘Ognuno era solo come un albero’, scrisse un sopravvissuto, ma la voglia di vivere ebbe il sopravvento: si formarono coppie, nacquero bimbi, si fecero progetti. Si tacque sul passato, perché ricordarlo sarebbe stato dolore intollerabile, disperazione morale – morte.

Uno dei più grandi DP Camp in Italia fu a Grugliasco, al confine con Torino. I Children of Grugliasco, le centinaia di bambini nati durante il soggiorno al campo nel primo dopoguerra, sono sparsi in tutto il mondo e hanno anche formato una associazione. Uno di costoro è Robert Eli Rubistein, autore di ‘An Italian Renaissance .

Un altro campo venne allestito a Rivoli, alle Casermette.                    

Poco lontano, nella splendida Avigliana medievale, la Brigata Ebraica e le organizzazioni sioniste accolsero e prepararono all’Aliyah (il percorso in salita che riporta a Gerusalemme) molte centinaia di giovani, che partirono su navi di fortuna procurate dall’infaticabile lavoro di persone come Ada Sereni (suggeriamo di leggere ‘I clandestini del mare’ scritto da Ada stessa, sulla cui vita la RAI produsse anche un film nel 2005), con l’aiuto del primo governo dell’Italia repubblicana e dei sindacati. Si legga ‘Tra storia e cronaca. La Spezia porta della speranza’  dell’editore PROEDI per la storia dell’emigrazione clandestina dai porti italiani.

Uno degli ospiti di Avigliana fu Yehoshua Kremer, cui i compagni dedicarono un album di memorie che è stato tradotto da Giulietta Weisz. La sua vita è emblematica di un’intera generazione di giovani Ebrei europei scampati al massacro, che cercarono con determinazione un’identità che restituisse loro la fiducia negli esseri umani e la possibilità di vita futura. Yehoshua morì meno di un mese dopo aver raggiunto Israele, durante il primo attacco della Lega Araba.

Visse invece a lungo un altro membro del campo di Avigliana, Yehudit Arnon, sopravvissuta ad Auschwitz, che nel kibbutz pose le prime pietre della grande scuola di danza contemporanea d’Israele, oggi universalmente ammirata.

Visse a lungo dopo la ‘rinascita’ ad Avigliana anche Susanna Biderman, nonna di Amos Raban, il docente di Tel Aviv che ha dato avvio a una bella collaborazione fra i suoi studenti e quelli del Liceo Berti di Torino per la ricerca sui DP Camp in Piemonte.

Il testo basilare sui DP Camp nell’Europa del dopoguerra è ‘Senza casa e senza paese’ della storica Silvia Salvatici.

Recentemente Martina Ravagnan ha scritto una bella e utile tesi di laurea sui DP Camp in Italia. Già era stato pubblicato a Milano a cura di Marco Paganoni ‘Per ricostruire e ricostruirsi, disponibile nelle biblioteche e presso l’Editore.

Una mostra all’Eretz Israel Museum ha riproposto l’argomento all’attenzione degli storici a settembre 2016. Sara Vinçon ha raccolto tutta la documentazione attualmente disponibile sul DP Camp 17 a Grugliasco in ‘Vite in transito. Altra documentazione sarà messa a disposizione del pubblico dalla mostra organizzata dal Comune di Grugliasco, che si inaugura il 6 aprile 2017.  

 

Si vedano inoltre:

http://www.yadvashem.org/yv/en/exhibitions/dp_camps_italy/

http://www.yadvashem.org/yv/en/exhibitions/dp_camps/index.asp

http://www.dpcamps.org/italy.html

http://www.yivoarchives.org/index.php?p=collections/controlcard&id=32684

http://digifindingaids.cjh.org/?pID=2370636#serVsubser4

http://archives.jdc.org/exhibits/displaced-persons/

http://e-review.it/di-padova- jewish-displaced-persons

 

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