Perché Italia e Russia debbono essere amiche

29/11/2016

Tutti noi fatichiamo a capire gli equilibri del mondo in cui viviamo oggi, perché fatichiamo a percepire la portata dei cambiamenti avvenuti negli ultimi quindici anni.

La Russia non è più una potenza globale, ma soltanto una potenza regionale con interessi sia economici (la necessità di controllare la gestione delle risorse energetiche del continente Euroasiatico) sia di sicurezza che riguardano fondamentalmente l’Europa Orientale, l’Asia Centrale e il Medio Oriente, dunque anche il Mediterraneo, che dà accesso al Medio Oriente e all’Asia Centrale (vedi mappa).

Nonostante l’enorme estensione territoriale (è il paese più grande al mondo) e le grandi ricchezze minerarie, la scarsità di popolazione e la mancanza di confini facilmente difendibili rendono la Russia vulnerabile e relativamente povera di risorse da utilizzare per il benessere della popolazione, dopo aver provveduto alle necessità di difesa. Benché abbia un’estensione territoriale che è il doppio di quella degli Stati Uniti, il PIL della Russia è soltanto un decimo di quello statunitense. La Russia spende il 5% del PIL per la difesa, che è percentualmente molto, ma in termini assoluti è meno di un decimo di quanto spendono gli USA.

Caduta l’Unione Sovietica, sono caduti i motivi della rivalità fra Russia e USA, perciò gli USA non si impegneranno a ostacolare l’assunzione di un ruolo egemonico regionale in Medio Oriente da parte della Russia. Non sarebbero disposti a permettere alla Russia un ruolo egemonico in Europa, in alleanza con la Germania, ma in Medio Oriente gli USA lasceranno fare ai Russi.

Il paese che diventerà presto potenza globale, con possibilità di insidiare la sicurezza degli USA, è la Cina, soprattutto se riuscirà ad allearsi con altri paesi del Pacifico, in Asia e in Sudamerica. Perciò gli USA debbono concentrare l’attenzione prioritariamente sul continente americano e sui rapporti con i paesi che si affacciano sul Pacifico e sull’Atlantico. Il Mediterraneo, mare d’accesso al Medio Oriente, agli USA non interessa più molto, dato che possono fare a meno del petrolio del Medio Oriente da quando il Nord America può estrarre in abbondanza petrolio e gas sul suo territorio.

Al Mediterraneo rimangono interessati i paesi che vi si affacciano, la Russia, i paesi del Grande Medio Oriente e dell’Asia Centrale. Anche la Cina è interessata al libero transito delle merci nel canale di Suez e nel Mediterraneo, ma sta costruendo corridoi di trasporti veloci via terra attraverso tutta l’Asia fino in Olanda, che entro una decina d’anni potranno sostituire in larga parte i trasporti via mare.

Data la nostra posizione geografica, il nostro destino è legato ai paesi del Mediterraneo, alla Russia e al Medio Oriente molto più che alla Germania, alla Scandinavia o agli USA. Essere proprio sul confine fra la civiltà europea e quella islamica non è una bella posizione oggi, né lo sarà nei prossimi decenni, ma è la posizione in cui siamo e non possiamo volarcene via. Sarà bene che riflettiamo bene su questa nostra condizione geopolitica, anziché lasciarci distrarre dai beceri personalismi della politica partitica interna. Quando ci permettiamo disattenzione per la realtà prepariamo a noi stessi e ai nostri figli grandi sofferenze.

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