Cambiano gli equilibri nel Caucaso

22/08/2016

L’equilibrio nel Caucaso sta cambiando: 

c’è distensione e collaborazione fra Russia e Azerbaigian, dopo decenni di gelo e di allineamento fra Russia e Armenia, rivale dell’Azerbaigian, anche sulla questione del Nagorno-Kharabak;

-  dopo la fine delle sanzioni, l’Iran sta riprendendo un ruolo più attivo negli scambi internazionali, prima di tutto con i paesi confinanti.

L’Azerbaigian ha recentemente ospitato un summit cui hanno partecipato Russia e Iran, per discutere i problemi regionali: il terrorismo, il conflitto del Nagorno-Kharabak, le dispute territoriali sul Caspio. Ma oltre ai problemi si è discussa una grande opportunità: lo sviluppo del Corridoio Nord-Sud con la costruzione di una ferrovia (vedi mappa a lato). Il progetto di costruire una ferrovia lunga 7200 chilometri attraverso il Caucaso, opera di notevole difficoltà tecnica e di notevole costo, risale al 2008. Superato il Caucaso, la ferrovia si collegherebbe da un lato con le altre ferrovie russe fino ai porti del Mar Baltico, dall’altro con le ferrovie iraniane fino al porto di Bandar Abbas sul Golfo Persico.

L’Azerbaigian è molto attivo e propositivo in progetti di cooperazione anche con l’Occidente, tramite la Turchia: ha partecipato alla costruzione dell’oleodotto Baku-Tbilisi- Ceyhan, al consorzio per la costruzione del gasdotto Transanatolico, alla costruzione della ferrovia Baku-Tbilisi-Kars.

Ma il Corridoio Nord-Sud potrebbe passare attraverso l’Armenia e l’Ossezia del Sud, anziché tramite l’Azerbaigian. Perciò Baku fa il possibile per convincere la Russia a trascurare l’ansiosa opposizione dell’Armenia, vecchio e fedele alleato, ma poverissimo e isolato. Baku invece è ricca di petrolio e ha una strategia di apertura commerciale, politica e culturale. Baku sta acquistando aerei russi, produttori russi di elicotteri e di aerei aprono fabbriche o linee di assemblaggio in Azerbaigian.

Mosca spera di riuscire ad attirare l’Azerbaigian nell’Unione Economica Euroasiatica, di cui sono partners Bielorussia, Kazakhistan, Armenia e Kirghizistan, oltre alla Russia che ne è capofila.

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