Brexit: qualche conseguenza

24/06/2016

L’esito del referendum non provoca automaticamente l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. È necessaria una decisione del Parlamento inglese, che dovrà anche rivedere le leggi emanate negli scorsi decenni in ottemperanze alle direttive europee e decidere se mantenerle o modificarle. Ci sarà un periodo di negoziati, che durerà un paio di anni. L’Inghilterra non vorrà uscire dal mercato comune, ma le condizioni andranno riviste. Il 45% dell’export e il 53% dell’import inglese avvengono con altri paesi europei. 

L’unione Europea senza l’Inghilterra avrà minor peso internazionale per gli aspetti militari e politici. La flotta e l’esercito inglese erano la forza militare più importante d’Europa. Gli accordi di cooperazione fra l’Inghilterra e le sue ex colonie, ora parte del Commonwealth, costituivano una parte significativa del peso diplomatico dell’Europa negli altri continenti. Per altro il referendum ha messo in evidenza la spaccatura fra l’Inghilterra da un lato, la Scozia e l’Irlanda dall’altro (tabella a lato): la Scozia vuole rimanere in Europa, l’Irlanda anche. Ora è molto più probabile che la Scozia cerchi di lasciare l’Inghilterra, smantellando così il Regno Unito costituito più di 400 anni fa sotto Giacomo I.

Delle conseguenze sui mercati finanziari è inutile dire: tutti fanno previsioni, a breve termine ci sarà grande instabilità, ma sul medio termine nulla è certo: dipenderà dalle reazioni e decisioni all’interno dell’Eurozona e negli altri continenti. 

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