La Cina va a pesca

15/02/2016

La Cina si sta espandendo sui mari − per pescare. Nella storia cinese non s’era mai visto: fino agli anni ’80 i Cinesi non mangiavano pesce di mare, non apprezzavano i bagni in acque salate, non amavano navigare. I Cinesi hanno sempre commerciato via terra, non via mare. Ancora oggi i Cinesi mostrano interesse primario per i sistemi logistici via terra (vedi l'articolo ‘One belt, one road’). Le coste sono state viste dagli imperatori cinesi come punti deboli da difendere costantemente da incursioni e invasioni, più che come basi di possibile espansione del proprio potere. Ma la situazione ha preso a cambiare dagli anni ’90, quando lo sviluppo industriale cinese ha avuto bisogno di sempre maggiori rifornimenti di materie prime dalle altre parti del mondo e di grandi trasporti oceanici. 

Con l’abitudine ad andar per mare, i Cinesi hanno sviluppato la nuova abitudine di mangiar pesce di mare. Date le dimensioni della popolazione, la nuova abitudine significa il consumo di una quantità tale di pesce da far sembrare modesti i consumi di paesi come il Vietnam o il Giappone, la cui cucina è tradizionalmente basata sul pesce di mare. Il grafico mette a confronto le quantità di pesce consumato in Cina, nel resto dell’Asia e nel resto del mondo: dal 1985 la Cina è passata da consumi modestissimi a quantità che rappresentano quasi un terzo dei consumi globali, benché il pesce sia ancora una componente secondaria della dieta dei Cinesi.

L’importanza economica della pesca nei mari asiatici è enorme. Il Mar Cinese Meridionale è solcato da circa 1,72 milioni di navigli da pesca, di cui circa 700.000 sono cinesi. La pesca impiega più di 5 milioni di persone nel sud est asiatico, circa mezzo milione di persone in Cina. L’intera filiera dell’industria per la conservazione e la vendita del pesce impiega 14,5 milioni di persone solo in Cina. La Cina è diventata esportatrice netta di pesce.

Dal 1985 la Cina è passata da consumi modestissimi a quantità che rappresentano quasi un terzo dei consumi globali, benché il pesce sia ancora una componente secondaria della dieta dei Cinesi.

Ma i mari territoriali cinesi sono ormai spopolati, come si vede nella mappa a fianco: per trovare pesci i Cinesi debbono andare sempre più in acque internazionali, dove sono in competizione con gli altri paesi. Perciò dal 2012 la Cina non riesce a raggiungere gli obiettivi di pesca fissati dal piano quinquennale. Le sempre più frequenti dispute per il controllo delle isole Spratleys e di altri atolli nel Mar Cinese Meridionale non hanno per oggetto soltanto l’affermazione della sovranità sulle rotte marittime, ma anche l’affermazione del diritto a pescare in quei fondali. 

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