Tempi durissimi per il Venezuela

06/02/2016

In Venezuela la lotta politica si fa più accesa, e assume toni preoccupanti. Gli oppositori cercano di far decadere prima del tempo il presidente Maduro, cambiando la norme costituzionali con un referendum. I partiti che si confrontano non hanno la capacità di mobilitare la popolazione per indurla a votare a loro favore, perciò l’ago della bilancia saranno i militari. Saranno loro a sostenere o impedire il referendum. I militari sono da lungo tempo il fedele sostegno del Partito Socialista di Chavez e del suo successore Maduro. Nel 2002 alcuni elementi avevano tentato un colpo di stato per deporre Chavez, ma erano stati epurati prontamente. Chavez aveva poi conferito privilegi economici all’esercito, soprattutto chiudendo un occhio sulla loro corruzione. È notorio che è l’esercito a esercitare il contrabbando di valuta e di droga in Venezuela.

Maduro e il PSUV hanno perso larga parte di sostenitori a causa della grave crisi economica innescata dal calo del prezzo del petrolio e dall’aumento rapido, costante e incontrollabile della spesa pubblica. Anziché ridurre la spesa pubblica, il governo ha scelto di proibire quasi tutte le importazioni, per evitare esborsi di valuta. Ma questo ha provocato ira e panico fra la popolazione, che è corsa ad accaparrarsi i pochi beni disponibili nei negozi. E ha provocato una svalutazione drammatica della valuta venezuelana (il bolivar), che nessuno vuole tenere, perché con quella si compra poco. Tutti cercano di cambiarla in dollari al mercato nero, per poter acquistare beni d’importazione.

Occorre una drastica riforma dell’impiego pubblico, delle pensioni, della spesa pubblica – ma Maduro perderebbe la sua base politica se la facesse lui. L’unica grande azienda del paese, da cui il governo trae tutte le risorse per il paese, è la Petroleos de Venezuela (PDVSA), società pubblica che possiede ed esporta tutto il petrolio del Venezuela, ma è talmente piena di debiti che si pensa non riuscirà a restituire il denaro ai risparmiatori allo scadere delle prossime obbligazioni, fra pochi mesi.

È probabile che presto che il governo non riuscirà più a pagare stipendi e pensioni.

 

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