Il riavvicinamento tra Turchia ed Egitto

Dalla presa di potere del generale al Sisi nel 2014 l’Egitto e la Turchia hanno interrotto i rapporti diplomatici. In Turchia è al potere un partito basato proprio sui principi politici dei Fratelli Musulmani, che al Sisi ha messo al bando in Egitto, arrestandone i principali esponenti. Il governo turco definisce al Sisi un tiranno e sostiene organizzazioni che l’Egitto considera terroristiche e ostili come Hamas, che controlla la striscia di Gaza. Hamas è un’altra emanazione politica dei Fratelli Musulmani, ma è anche sostenuto dall’Iran. Egitto e Turchia sostengono gruppi armati diversi e rivali fra di loro anche in Libia, alle porte dell’Egitto.

La diplomazia saudita è da mesi al lavoro per creare un fronte sunnita da contrapporre al fronte sciita in Medio Oriente, in vista di possibili futuri scontri militari con l’Iran sciita e degli scontri già in atto con le organizzazioni armate ribelli sostenute dall’Iran nel mondo arabo. Grazie all’intermediazione saudita l’Egitto e la Turchia stanno per riaprire i rapporti diplomatici. L’Egitto tramuterà la condanna a morte dei Fratelli Musulmani incarcerati in condanne all’espulsione dal paese, e la Turchia accoglierà gli espulsi e riconoscerà la legittimità del governo egiziano, riaprendo l’ambasciata.

Sia la Turchia che l’Egitto si trovano ad affrontare una situazione particolarmente difficile: attentati frequenti all’interno, guerra civile ai confini. L’Egitto ha anche necessità dell’aiuto economico dai Sauditi per non affondare economicamente, dunque non può permettersi di dire no alle loro richieste, che includono fra l’altro la partecipazione dell’Egitto alle campagne militari contro gli Houthi in Yemen.