AMEN per il mondo arabo?

21/11/2015

È irrealistico pensare che l’Iraq e la Siria possano tornare a esistere come stati unitari entro i vecchi confini, dopo la terribile guerra civile in atto fra etnie e sette. 

Ci siamo abituati a parlare di ‘mondo arabo’, dal 1945 esiste una Lega Araba (mappa a lato). Ma l’ideologia panaraba, politicamente sostenuta fin dalla Prima guerra mondiale, ha fallito nella sua funzione di collante sociale e politico, perché non ha saputo portare ai popoli né sufficiente sviluppo economico (nonostante la rendita del petrolio), né sufficiente sicurezza per tutti, perché i regimi del ‘mondo arabo’ si sono sempre appoggiati soltanto ad alcune etnie o ad alcune sette religiose, perseguitando e reprimendo duramente le altre etnie e le altre sette religiose. 

L’ideologia panaraba, politicamente sostenuta fin dalla Prima guerra mondiale, ha fallito nella sua funzione di collante sociale e politico, perché non ha saputo portare ai popoli né sufficiente sviluppo economico, né sufficiente sicurezza per tutti, perché i regimi del ‘mondo arabo’ si sono sempre appoggiati soltanto ad alcune etnie o ad alcune sette religiose, perseguitando e reprimendo duramente le altre.

Il ‘mondo arabo’ in realtà è un mosaico di etnie diverse, che hanno avuto a lungo storie diverse e parlano lingue diverse. Nella mappa linguistica qui a fianco vaste parti della Siria e dell’Iraq sembrano omogenee perché di lingua araba. In realtà anche fra coloro che si considerano arabi esistono gruppi di religione diversa, come si vede nella mappa sotto. L’appartenenza a sette diverse è storicamente fonte di inimicizia fra le diverse tribù. Ma è fonte di inimicizia anche l’appartenenza a etnie diverse, all’interno della stessa religione. 

Sono invece piuttosto omogenee fra di loro le popolazioni di lingua araba e di religione sunnita dell’Iraq e della Siria che oggi, non a caso, sono sotto il ‘Califfato’ dell’ISIS. Nell’Iraq di Saddam gli arabi sunniti erano in minoranza, ma costituivano la base di potere di Saddam Hussein. Burocrazia ed esercito iracheno sotto Saddam erano saldamente nelle mani degli arabi sunniti. I Curdi del nord (sunniti, ma di altra etnia) e gli sciiti del sud (arabi, ma di altra setta religiosa) venivano trattati duramente, avevano scarso accesso alle risorse economiche. Saddam Hussein uccise circa 100000 Curdi nell’arco degli anni ’80. Inondò di gas nervino intere cittadine, uccidendo tutta la popolazione.

In Siria invece gli arabi sunniti sono numericamente maggioranza, ma il regime di Assad si regge su di una coalizione che raggruppava tutti i gruppi minoritari, arabi e non arabi, appartenenti a varie religioni e a varie sette considerate ‘eretiche’ dai sunniti. Questa coalizione penalizza gli arabi sunniti escludendoli dalle posizione di potere e di privilegio.

Alcuni analisti occidentali oggi sostengono che il Medio Oriente mesopotamico dovrà dividersi in tanti stati diversi, secondo linee etniche e/o religiose, come è avvenuto nella ex Jugoslavia. Il nome per questa ipotesi di soluzione è pronto: AMEN, Association of Middle East Nations. Ma la soluzione non è certamente dietro l’angolo. La Turchia è il primo grande oppositore. I Curdi di Turchia vorrebbero rendersi indipendenti e unirsi agli altri Curdi che attualmente vivono oltre confine, in Siria e in Iraq, ma questo toglierebbe alla Turchia il 20% della popolazione il 30% del territorio! Inoltre alcuni staterelli dell’AMEN sarebbero privi di accesso al mare, altri avrebbero un territorio troppo povero di risorse per poter sviluppare un’economia sostenibile. Ma è comunque positivo che si sviluppino ipotesi per far cessare il conflitto e riuscire a far convivere fra di loro le popolazioni della Mesopotamia.

 

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