Siria:
l’evoluzione di fondo

12/08/2015

In Siria continuano i combattimenti e i massacri fra fazioni, ma qualcosa sta evolvendo in modo significativo: la Turchia ha convinto al Nusra, cioè al Qaeda in Siria, a ritirarsi dalla regione a nord di Aleppo. Al Nusra lascia così mano libera alle incursioni aeree turche e americane nella fascia di territorio che si estende per 50 chilometri a sud del confine turco. È una vittoria per la Turchia, che dimostra di godere di prestigio e influenza anche fra gli insorti, e che perciò gli USA e la NATO debbono agire in piena sintonia con la Turchia, se vogliono ottenere risultati. Significa anche che al Nusra rinuncia al territorio a nord di Aleppo, ma non rinuncia agli attacchi su Aleppo da est: può anzi concentrare più combattenti sul lato est, o su altri fronti. Nel frattempo Turchi e Americani indeboliranno lo Stato Islamico a nord, il che aumenterà la forza relativa di al Nusra nel teatro di guerra siriano. USA e al Qaeda si ritrovano così dalla stessa parte in un’alleanza tattica in Medio Oriente: chi l’avrebbe previsto, qualche anno fa? Le intenzioni di fondo di al Nusra si comprenderanno meglio solo quando le forze che ritira dal nord verranno concentrate di un’altra zona. Nel frattempo ferve l’attività diplomatica per trovare un accordo internazionale sulla spartizione della Siria. In questi incontri Mosca rappresenta gli interessi di al Assad, oltre ai propri. 

Uno degli aspetti più gravi dell’attuale situazione in Siria è il deterioramento delle risorse d’acqua. Le riserve d’acqua – e di energia elettrica − per la popolazione sono garantite da una serie di dighe (mappa a lato). La mancata manutenzione delle dighe e dei corsi d’acqua negli ultimi anni ha già permesso l’inquinamento delle falde, perciò i Siriani si ammalano e muoiono ora in gran numero anche per malattie gastroenteriche. Però le forze governative e i ribelli di varie fazioni tendono a trovare accordi temporanei, tattici, per evitare la distruzione delle dighe e delle condutture dell’acqua, in nome dell’evidente interesse di tutti ad avere l’acqua. L’unica fazione che potrebbe non aver remore a distruggere anche le dighe prima di un eventuale ritiro è il Califfato Islamico, perché così ha fatto in alcune zone in Iraq in passato. La diga più a rischio è ora quella di Wadha, a sud di Damasco, in area di combattimenti quotidiani. 

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