I diversi fondamentalismi jihadisti:
perché si affrontano

23/05/2015

Da quasi quindici anni, cioè dall’attentato alle Torri Gemelle, sentiamo parlare quasi quotidianamente di diversi gruppi fondamentalisti islamici, sunniti o sciiti, di ribellioni e guerre civili. Ma la maggior parte delle persone, e persino dei giornalisti che scrivono di questi argomenti, non sa quale sia la differenza fra i diversi gruppi che si combattono ferocemente l’un l’altro, oltre a combattere l’Occidente e i non islamici. A chi sia interessato a capire il fondamentalismo nelle sue radici ed evoluzioni storiche ed ideologiche, consigliamo la lettura di ‘In nome di Dio - il fondamentalismo per ebrei, cristiani e musulmani’ di Karen Armstrong (edizioni Il Saggiatore). È un magnifico saggio.  

Molto utile per orientarsi nella situazione odierna è la sua distinzione fra i due atteggiamenti mentali diversi che caratterizzano i diversi fondamentalismi, anche all’interno dalla stessa religione: alcuni − i conservatori − collocano l’età dell’oro, l’età della giustizia e della pace, nel passato, altri − i messianici − l’attendono nel futuro, quando arriverà il messia, o l’imam nascosto, a guidare i fedeli nello scontro finale contro le forze del male. I fondamentalisti conservatori ritengono che la storia, cioè il comportamento degli uomini attraverso i secoli, abbia rovinato l’originaria società della giustizia e della pace creata da Dio (si pensi alla cacciata dall’Eden). Dio però ci ha inviato alcuni profeti per aiutare gli uomini a tornare allo stato di perfezione primigenia. Tuttavia gli uomini deviano sempre dalla legge divina e le società ricadono nell’ingiustizia. Per ripristinare la giustizia in terra occorre ritornare alle leggi divine così come ci furono lasciate dall’ultimo Profeta, eliminando tutti gli strati di norme e di abitudini successive. La salvezza per i fondamentalisti conservatori è un percorso di cancellazione del nuovo, perché il nuovo è male. I fondamentalisti islamici sunniti sono per lo più di tipo conservatore: la giustizia esige il ritorno al passato, la cancellazione del nuovo.

I fondamentalisti messianici ritengono invece che il regno della giustizia è il fine ultimo della storia umana. L’età dell’oro non è all’inizio della storia, ma sarà realizzata dagli uomini giusti, cioè da coloro che rispettano la legge di Dio così come fu rivelata, sotto la guida di un messia (inviato da Dio) o dell’imam nascosto, che si rivelerà per guidare i giusti alla vittoria finale. Questa è la convinzione dei fondamentalisti sciiti. Questa fu anche la base delle ideologie politiche laiche europee dopo l’illuminismo, dai giacobini ai comunisti ai nazisti. I fondamentalisti messianici sono rivoluzionari che vogliono distruggere l’ordine attuale per attuarne uno nuovo, che sarà eterno e giusto. Non rifiutano a priori il nuovo, intendono però forgiarlo secondo le loro convinzioni e la loro volontà, che identificano con la volontà divina.

Da circa mezzo secolo nel mondo islamico prevale il fondamentalismo, ma nell’islamismo sunnita prevale il fondamentalismo di stampo conservatore, in quello sciita quello di stampo messianico. I due fondamentalismi hanno trovato incarnazione in due stati rivali e vicini, che si disputano le ricchezze della regione attraverso l’egemonia politica e religiosa sulle popolazioni: l’Arabia Saudita e l’Iran.

Ma i sunniti, che sono la maggioranza nel mondo islamico, particolarmente nel mondo arabo, presentano oggi al loro interno una spaccatura fra due filoni diversi di conservatorismo fondamentalista: un filone mistico (i sufi), che non è interessato a gestire le responsabilità di governo, ma le lascia gestire a chi ne ha ereditato dinasticamente la responsabilità. Per i sufi la legge non può che essere la sharia delle origini, ma applicarla è responsabilità dei discendenti delle persone cui Maometto attribuì tale responsabilità nel VII secolo. L’Arabia Saudita è l’esempio di un governo conservatore di ispirazione fondamentalista sufi, basato sul diritto dinastico. Un altro filone, ben più numeroso, del fondamentalismo sunnita ritiene che il potere di governo debba essere gestito da giureconsulti islamici eletti dal popolo. I Fratelli Musulmani, e anche l’ISIS, sono fondamentalisti conservatori, come i wahabiti d’Arabia, ma non riconoscono la legittimità della monarchia, pensano anzi che l’usurpazione del potere da parte della monarchia sia la principale causa di decadenza della società sunnita. È così possibile che l’ISIS usi nelle sue scuole i libri di testo usati nelle scuole dell’Arabia Saudita, perché ha la stessa fede religiosa e la stessa cultura giuridica, ma sia ostile al governo saudita politicamente, e intenda rovesciarlo. È così possibile che la Turchia governata dai Fratelli Musulmani tema l’eccessivo rafforzarsi dell’ISIS, ma nello stesso tempo non faccia nulla per ostacolarlo, perché ha scarse simpatie per i Sauditi e, soprattutto, teme molto di più l’Iran rivoluzionario sciita, di cui l’ISIS è fiero nemico. È così anche possibile che in Occidente il governo dei Fratelli Musulmani egiziani sia stato considerato democratico perché eletto dal popolo, anche se non rispettava i diritti civili e politici delle minoranze e degli oppositori, dato il suo credo fondamentalista. 

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