La scuola ‘rovesciata’
per le sfide del terzo millennio

06/03/2015

Oggi per essere innovativi e utili per lo sviluppo della società occorre una preparazione di gran lunga superiore a quella del passato, perciò nel mondo moderno il percorso educativo e formativo occupa la maggior parte dei primi 30 anni di vita. Inoltre è necessario aggiornarsi costantemente anche durante gli anni di lavoro, per far fronte ai rapidi cambiamenti della nostra epoca. La formazione permanente è diventata una necessità collettiva nella civiltà moderna. Per fortuna abbiamo anche strumenti che ci rendono possibile e agevole l’apprendimento, grazie all’importante mole di informazioni, di analisi e di lezioni disponibili via internet in varia forma: video, libri, articoli, conferenze, dimostrazioni tecniche o scientifiche.                            

La scuola in Italia è ancora legata al modello didattico sviluppato durante l’età industriale, in cui un docente tiene una lezione frontale, lo studente fa i compiti a casa per imparare e capire meglio ciò che il docente ha detto. Oggi però è non soltanto possibile, ma auspicabile una nuova didattica in cui gli studenti imparano usando in modo autonomo i materiali online. Successivamente, in classe, con i docenti e i compagni, analizzano e discutono quello che già hanno cercato, letto, visto, imparato. In classe fanno esercizi e sviluppano progetti applicativi, sotto la guida del docente e in modo collettivo.

In questa didattica l’insegnante non è più dispensatore di conoscenza, ma guida per la comprensione e per l’analisi critica dei contenuti, per lo sviluppo del ragionamento, per lo sviluppo delle competenze di ogni studente e della capacità di collaborazione di ognuno a progetti collettivi.

In paesi come Australia, Canada e Stati Uniti da anni sono in corso esperimenti di grande successo che utilizzano la didattica della ‘flipped classroom’, o didattica rovesciata. I college online permettono ormai a milioni di giovani non solo dei paesi ricchi ma anche dei paesi in via di sviluppo di accedere a studi di alto livello. Le Università più prestigiose del mondo anglosassone – come Harvard – offrono corsi universitari online, con collegamenti via Skype per la discussione in classe − di altissimo livello, spesso a titolo gratuito.

L’offerta è ormai vastissima, in parte anche in italiano. La Khan Academy, ad esempio, mette a disposizione di tutti materiale educativo online: lezioni video, schede ed esercizi di matematica, scienze, economia, storia, storia dell’arte, informatica. Gruppi di volontari, docenti in pensione per lo più, stanno traducendo i materiali in italiano. L’obiettivo della Khan Academy è dare la possibilità a chi lo desidera di utilizzare il materiale per formarsi gratuitamente e seguendo il proprio ritmo di apprendimento. Alla raccolta dei documenti e del materiale didattico hanno contribuito anche NASA, MoMA, The California Academy of Sciences e il MIT.

Dedicheremo alla didattica della flipped classroom altri articoli, in modo che sia facile non soltanto capire, ma anche avere un panorama delle risorse e delle realtà già esistenti nel mondo, in Italia in particolare.

La didattica rovesciata ha dimostrato di dare risultati grandemente positivi. Ha il vantaggio di mettere lo studente al centro del processo di apprendimento, il docente al centro del processo di sviluppo del ragionamento critico nei giovani. Dove è stata usata, ha fatto calare a picco il tasso di abbandono. Nella Strategia Europa 2020 la Commissione Europea si è data l’obiettivo di ridurre del 10% il tasso di abbandono scolastico, ma con la didattica tradizionale e i tagli alla spesa pubblica non si raggiungerà l’obbiettivo.  

Il nostro paese e la nostra scuola arrancano. Attualmente soltanto il 10% delle scuole primarie e il 23% delle secondarie sono connesse a Internet con rete veloce (superiore a 30 Mbps). Le altre sono collegate a bassa velocità e spesso si naviga solo dalla segreteria o dal laboratorio tecnologico − se c’è. Un’aula su due è priva di accesso a internet, i tablet per uso individuale sono appena 14mila e, secondo i dati dell’Agenzia per l’Italia Digitale, «il 90% dei contenuti in classe viaggia ancora su carta, soltanto il 16% degli studenti può avvalersi di un setting didattico innovativo». 

Ma molto è possibile fare comunque – anche da noi − per persone di buona volontà, desiderose di contribuire allo sviluppo della nostra società.

 

 

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