La Russia sospende le forniture di carbone
all'Ucraina

25/11/2014

Fino allo scorso inverno il carbone contribuiva per il 40% alla produzione dell’energia elettrica dell’Ucraina. Ma ora la situazione è cambiata perché i separatisti del Donbass, dove si trova il 70% delle riserve totali di carbone del paese, trasportano il carbone in Russia, che lo rivende all’Ucraina a prezzo maggiorato. 

Di conseguenza la produzione totale di carbone del paese è scesa del 59% rispetto a un anno fa. Ma non è tutto: le aziende spesso faticano a trasportare il carbone verso le aziende, dato che le infrastrutture di trasporto sono state danneggiate negli scontri dell’estate scorsa.

Al momento mancano 4 milioni di metri cubi all’appello per far fronte al freddo invernale. Kiev ha reagito aumentando le importazioni dal Sudafrica e dalla Russia: ad agosto è stato firmato con Pretoria un contratto da un milione di dollari, ma in seguito a un’indagine lanciata dal procuratore generale che riguardava fra le altre cose il prezzo del carbone – $112 a tonnellata rispetto ai $91 fissato dalla Russia – l’accordo è saltato, e questo dopo la consegna di appena la metà del carbone.

Il 12 novembre il ministro dell’energia ucraino ha annunciato che sarà necessario aumentare le importazioni dalla Russia per far fronte all’inverno. Nell’ultimo anno l’azienda energetica privata DTEK ha importato 1,3 milioni di metri cubi di carbone dalla Russia, e l’azienda statale Centrenergo ha firmato a metà novembre un contratto per importare 500 mila tonnellate di carbone dalla Russia entro la fine dell’anno. Il 21 novembre però la Russia ha improvvisamente interrotto le forniture.

Per far fronte all’emergenza la Centrenergo ha avviato colloquio con l’americana Recursion Ventures per l’acquisto di carbone termale, ma dato che il prezzo sarà senz’altro maggiore rispetto a quello russo rischia di destare una forte opposizione in parlamento.  

La Russia si serve nuovamente dell’arma energetica per ragioni politiche e spingere l’Ucraina a riprendere il dialogo diretto con i separatisti, senza la presenza dell’UE e di altre organizzazioni internazionali. L’Ucraina non vuole, ma probabilmente cederà a questa richiesta, per ricevere in cambio il carbone.  

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