L’approccio del governo cinese
alla diffusione delle religioni

09/08/2014

In Cina si assiste a un rapido sviluppo del cristianesimo. Per prevenire il rischio che la religione intacchi il prestigio e la presa ideologica del partito unico, il governo cinese si fa promotore di un cristianesimo alla cinese. A un recente seminario a Shanghai il direttore dell’amministrazione statale per gli affari religiosi Wang Zuoan ha detto: "la teologia cristiana cinese deve adattarsi alle condizioni nazionali e integrarsi nella cultura cinese”. In Cina ci sono due organizzazioni sotto cui si raccolgono le denominazioni protestati: il Concilio Cristiano Cinese e il Movimento Patriottico delle Tre Persone.

In Cina il cristianesimo è legale: si stampa e di vende la Bibbia, ci sono chiese. Non è ammesso il cattolicesimo che riconosce l’autorità suprema del Papa, per motivi politici. Però c’è un cattolicesimo cinese con vescovi cinesi, che non rispondono a Roma.

Il governo cinese è più sospettoso nei confronti di sette religiose ispirate al cristianesimo ma di origine locale, perché teme che possano avere un’ideologia e un’organizzazione più direttamene pensate per contrastare l’autorità del governo.

La storia cinese è costellata di rivolte originatesi in movimenti politico-religiosi, come quella dei Taiping.  Recentemente la Cina ha contrastato fermamente la diffusione del Falun Gong, considerato una sfida diretta al Partito. Anche il buddismo è tenuto sotto controllo, ma è accettato e persino sostenuto, eccetto quello tibetano che riconosce come capo il Dalai Lama, che invece è osteggiato.

La religione per il governo cinese ha un’influenza positiva sui cittadini perché li rende socialmente più integrati, ben disposti verso gli altri. Non deve però proporre gerarchie sociali alternative a quelle pubbliche. Missionari cristiani hanno potuto aprire scuole, ospedali, orfanotrofi, ma recentemente sono stati accusati di promuovere i valori occidentali presentandoli come superiori ai valori cinesi. Le tensioni sono perciò aumentate. Tacitamente il governo sostiene il taoismo rispetto alle altre religioni, in quanto movimento spirituale originario cinese.  

 

 

In Cina il cristianesimo è legale: si stampa e di vende la Bibbia, ci sono chiese. Non è ammesso il cattolicesimo che riconosce l’autorità suprema del Papa, per motivi politici. Però c’è un cattolicesimo cinese con vescovi cinesi, che non rispondono a Roma.

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