La Cina prende di mira
le organizzazioni internazionali

01/07/2014

Il 10 giugno 2014 il responsabile anticorruzione del Partito Comunista ha parlato di “infiltrazioni esterne” all’interno dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, principale think tank del partito, che avrebbero favorito la diffusione di idee politiche non ortodosse nel paese.

I think tank in Cina sono importanti perché possono influenzare l’opinione pubblica nonché le decisioni sulla sicurezza nazionale. Le dichiarazioni seguono una serie di indagini sul ruolo delle organizzazioni internazionali nel paese e sulla natura dei loro rapporti con l’estero. L’indagine ha toccato varie aree del paese – Shanxi, Guangdong, Guangxi, Shandong – ed è destinata ad allargarsi.

Da anni il numero di ONG e think tank straieri con gli scopi più svariati - lotta alla povertà, protezone dell'ambiente, assistenza agli indigenti  - cresce rapidamente in Cina. Nonostante le procedure di registrazione bizantine e i rigidi controlli, queste organizzazioni sono ormai importanti nel dibattito politico all’interno del paese. Pechino ha incoraggiato a lungo la creazione di circoli accademici e think tank nella speranza che potessero aiutare la popolazione e contribuire al successo delle riforme.

Ma ora la preoccupazione sale: il PCC teme che gruppi di potere stranieri possano mobilitare la popolazione attraverso i loro legami con le associazioni cinesi e con le amministrazioni locali con cui collaborano. Soprattutto teme che le ONG possano promuovere i valori occidentali − diritti umani e democrazia − fra i Cinesi proprio in un momento in cui il desiderio di maggiore libertà inizia ad espandersi nella popolazione e rischia di mettere a repentaglio il monopolio del Partito Comunista.

Il crescente dibattito sui valori “liberali” in Cina sposta l’orologio indietro di trent’anni, ricordando le rivolte studentesche di Tienanmen e gli ultimi giorni dell’URSS. La Cina ora ha paura che l’Occidente voglia destabilizzare il paese fomentando la popolazione contro il Partito al potere, e aumenta i controlli su ONG e think tank per evitare che questo accada. Vale a dire che l’ortodossia e la “purezza” ideologica sono oggi più che mai una questione di sicurezza nazionale in Cina.

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