Le ragioni profonde dell'ascesa
della destra in Europa

05/06/2014

Il 4 giugno 2014 è apparso un articolo di Robert Kaplan per Stratfor, che sostiene che le nuove destre nazionaliste europee costituiscono fondamentalmente una reazione alla politica “di sinistra” dell’Unione Europea, ma una reazione che non offre nessuna soluzione ai problemi d’Europa. Scrive Kaplan: 

“L’establishment europeo rappresenta la vecchia sinistra storica. L’élite burocratica incarna più i valori della sinistra tradizionale che quelli della destra. Non è un caso che fra gli Eurocrati siedano molti membri dei movimenti di protesta degli anni ’60.

Ironicamente, fu grazie all’ombrello protettivo degli USA che i paesi europei poterono risparmiare sulle spese militari e finanziare i costosi programmi sociali voluti dalle sinistre.

La crisi economica oggi mina la reputazione dell’UE e indirettamente della sinistra, che ha un ruolo rilevante nell’establishment europeo. Ovunque in Europa – con le dovute eccezioni, come in Grecia – la destra è dinamica e vivace e la sinistra invece sembra aver perso la spinta romantica del passato ed è in declino.

La Guerra Fredda iniziò immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, ne fu la coda. Nel periodo post-bellico il ricordo di quanto avevano fatto Hitler e Mussolini era ancora vivo. Ma col passare del tempo questo ricordo ha iniziato a svanire, e ora che l’establishment cerca senza successo di trovare una soluzione alla crisi, le destre si accrescono dinamicamente, come un tempo la sinistra. In un certo senso, è il segnale che l’effetto della Lunga Guerra Europea, durata dal 1914 al 1989, è definitivamente finito. Ora stanno cadendo i tabù sui movimenti neo fascisti, ed è un grave pericolo.

Il pericolo è smorzato dalle nuove tecnologie di comunicazione, dagli smart phone, dai viaggi low-cost, che contribuiscono a definire comunità su scala non statale – a volte su base etnica – nonché a creare nuove forme di identità, non necessariamente legate alla geografia. Perciò il neo-nazionalismo di destra che sta riprendendo piede in Europa sarà probabilmente una versione diluita del nazionalismo degli anni ‘30.

D’altra parte l’invecchiamento demografico – il tasso di nascite è prossimo allo zero – unito all’immigrazione dai paesi meno sviluppati non farà altro che soffiare sul fuoco della paura, che i movimenti nazionalisti sanno sfruttare bene a proprio vantaggio. E più durerà la crisi, maggiori saranno i problemi. Gli Eurocrati a Bruxelles, così come i governi al potere nelle varie capitali, faticheranno a fare gli aggiustamenti necessari per rilanciare la crescita economica. Per gli Europei la sicurezza, sia essa sociale, politica o economica, è andata peggiorando su tutti i fronti. La sinistra sembra meno capace di offrire risposte rispetto alla destra, perché non può appellarsi alle emozioni ataviche degli individui. 

L’ascesa del nazionalismo etnico negli anni ’30 ha portato alla guerra fra gli stati europei. Nel XXI secolo probabilmente non andrà a finire nello stesso modo. Quello che possiamo notare è la nascita di staterelli come la Scozia o la Catalogna. L’Europa unita sotto la guida di Bruxelles, pur se economicamente moribonda, permette l’emergere di identità locali sotto-statali. Si potranno anche verificare vere e proprie paralisi di governo, se la reazione nazionalista a una società genuinamente inter- etnica ne paralizzerà la capacità di intervento. Ma sarà ben difficile che questi governi in crisi, con eserciti deboli e delegittimati per decenni, muovano guerra ad altri paesi nella stessa situazione.

E anche la minaccia russa all’Europa centrorientale andrà svanendo nel tempo, proprio per gli stessi problemi economico-sociali che deve affrontare la Russia. Nei prossimi anni il ruolo di Mosca nel mercato dell’energia si farà meno significativo, e il Cremlino avrà meno armi da giocare contro la Polonia e i Paesi Baltici.

In conclusione, l’ascesa delle destre è un sintomo del declino dell’Europa e del suo ruolo nel mondo, mentre le società economicamente e demograficamente più vibranti dell’Oceano Indiano e di altre regioni continuano a crescere.

Ma se l’attuale sinistra europea non ha soluzioni all’attuale crisi, non l’hanno nemmeno le destre nazionaliste. I paesi in declino spesso sono al centro dell’attenzione mediatica. E’ il caso dell’Europa oggi.”

 

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